/https://www.webnews.it/app/uploads/2012/12/carello.jpg)
Un clic per non pensarci più: informarsi, scegliere e acquistare sono i tre passi fondamentali del commercio online, tutti legati anche alla ricerca in Rete. Ecco la ragione dell’indagine commissionata da
UPA e Google hanno presentanto oggi i risultati di un’indagine condotta su 1.000 responsabili degli acquisti (RA) online di largo consumo in Italia, con in più dei focus group, per fotografare lo stato attuale dell’e-commerce in Italia e le sue prospettive.
Come mostrano diversi studi, l’e-commerce di prodotti e servizi mostra trend di crescita molto significativi nel Belpaese, tanto da riguardare ormai
Più informazione
Secondo quanto emerge dai risultati dell’indagine, la conoscenza delle piattaforme digitali per l’acquisto di beni proviene nel 60% dei casi dal passaparola di amici, parenti, colleghi; nel 49% dei casi dalla stessa navigazione sul web, infine per il 40% dei casi dai media tradizionali (TV, giornali, riviste, radio). Ciononostante la maggior parte dei responsabili acquisti non ritiene di avere sviluppato, fino a oggi, particolari competenze per navigare e acquistare su Internet: il 37% si percepisce solo parzialmente esperto, il 27% si definisce «abbastanza esperto» e solo il 4% si ritiene molto esperto.
I vantaggi della spesa online
Tutti i responsabili acquisti intervistati riconoscono vantaggi di non poco conto nell’acquistare online prodotti di largo consumo: più del 40% apprezza molto il risparmio di tempo e la facilità organizzativa (niente code, o parcheggi, niente pesi da portare, niente vincoli di orario); uno su tre riconosce la possibilità di risparmiare e di accedere a promozioni vantaggiose, e una quota considerevole apprezza anche la possibilità di accedere ad assortimenti più ampi. La metà del campione crede che si acquisteranno sul web diverse categorie di prodotto e alcuni pensano che in futuro la spesa sarà soltanto online.
Gli ostacoli
Cosa frena allora il fenomeno dell’e-commerce italiano? Innanzitutto un certo «disagio della smaterializzazione» degli acquisti, per ben l’82% del campione, in particolare per la spesa alimentare per cui si preferisce scegliere personalmente e toccare con mano, o avere la possibilità di confrontarsi con gli addetti alla vendita.
È chiaro che la spesa online comporta un cambiamento profondo delle abitudini, sia nei processi decisioni che nella necessità logistica conseguente (come ad esempio la necessità della presenza in casa). Rispetto a quanto ci potrebbe aspettare, oggi grazie anche al maggiore utilizzo di carte pre-pagate o carte di debito si riduce sensibilmente la percentuale di persone che percepisce la sicurezza dei processi di pagamento come una barriera verso l’e-commerce: solo il 22% degli intervistati si dice preoccupato da questo aspetto.
La crisi fa capolino
Anche la crisi fa capolino in questa ricerca. Molti intervistati si attendono prezzi inferiori a quelli nei supermercati (48%), la consegna gratuita dei prodotti acquistati (47%), l’addebito del pagamento solo dopo il ricevimento della spesa (34%). Queste prospettive sfidano il settore: le aziende dovranno essere in grado di spiegare ai consumatori i vantaggi logistici, organizzativi ed economici legati a questa modalità di acquisto, comunicandoli in modo chiaro ed efficace.
Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA, così ha commentato la ricerca:
Prevediamo una progressione esponenziale dell’e-commerce da 10 a 50 miliardi nei prossimi 5 anni con almeno un miliardo di investimenti pubblicitari aggiuntivi. Se vogliamo far crescere il commercio elettronico dobbiamo attrarre le persone sulle piattaforme digitali investendo anche nei mezzi tradizionali. (…) L’e-commerce è un passo verso una società più sostenibile perché fa risparmiare tempo, denaro, offre scelte più ampie e informa di più il consumatore. L’ISTAT dovrebbe inserirlo nel
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Managerche misura il benessere equo e solidale.
Dal canto suo, anche Carlo D’Asaro Biondo, presidente South East Europe, Middle East and Africa di Google, ha commentato questa ricerca promossa da Big G:
Sebbene l’Italia sconti ancora un ritardo nell’adozione del digitale rispetto a Paesi più avanzati, la ricerca riconferma trend di crescita interessanti, anche per il largo consumo. Grazie alla diffusione esponenziale di smartphone e tablet, oggi i brand possono ambire ad offrire alle persone esperienze di navigazione e di acquisto sempre più efficaci e coinvolgenti.