Il Sole 24 Ore si prepara al paywall come il Financial Times e il Wall Street Journal

Il Sole 24 Ore si prepara al paywall come il Financial Times e il Wall Street Journal

In un

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, ci chiedevamo dopo il restyling del sito che scelta avrebbe fatto
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per quanto riguarda le notizie a pagamento.

Da qualche giorno lo abbiamo capito: copierà dagli omologhi giornali finanziari

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e
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.

Il sistema, infatti, pare essere quello del paywall, con un limite di lettura di venti articoli prima della comparsa di una pagina, riportata qui sopra, che richiede la registrazione di un account a pagamento di 9 euro al mese per la lettura di tutto il giornale senza limiti.

Attenzione. Non è l’unica opzione possibile. A quella libera e a quella Pro si aggiunge quella ProFinanza, che introduce a tutti i contenuti di valore (indici di borsa, analisi…). Esattamente il concetto del Wall Street Journal di Rupert Murdoch, l’unico quotidiano americano che è riuscito già negli anni Novanta a fare business con le notizie a pagamento.

La testata di Confindustria però ibrida questo sistema con quello del Financial Times: parte del giornale gratuita, un’altra parte a pagamento superata una certa soglia quantitativa.

Il gruppo editoriale ha di recente espresso la propria soddisfazione in un

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per i primi risultati del dopo-restyling: una crescita degli utenti del 31%, con un incremento, non della stessa misura, della raccolta pubblicitaria.

La scelta del paywall è dunque rilevante nel panorama giornalistico italiano, ma non ancora precisa. Difatti, basta cancellare i propri cookie per accedere nuovamente a tutti gli articoli presenti sul sito. Una distrazione? Ovviamente no. Si tratta con ogni probabilità di un primo passo il cui obiettivo è misurare empiricamente il potenziale bacino d’utenza e la propensione all’acquisto dei vari pacchetti.

Soltanto in un secondo momento, fatti i dovuti calcoli, il gruppo editoriale prenderà le decisioni irreversibili (ammesso ce ne siano nel sempre mutevole mondo del Web 2.0). La scommessa però è già chiara: se sono stati i giornali finanziari angloamericani a fare business con il Web, ci dovrebbe riuscire uno dei migliori e più letti giornali finanziari del vecchio continente.

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