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può essere usato anche per scopi altruistici: la conferma arriva dall’iniziativa partita in Gran Bretagna e che vede coinvolti i cosiddetti “Samaritani” ed il social network numero uno al mondo. Questa iniziativa permetterà a coloro che soffrono di depressione e coltivano pensieri suicidi di essere aiutati proprio grazie a Facebook.
Grazie alla rete di contatti che ogni iscritto possiede, un utente può segnalare al
un amico che potrebbe essere in difficoltà o che potrebbe necessitare di aiuto. Sarà il team di Facebook a chiamare i responsabili della
, i quali si occuperanno di contattare la persona in questione tramite una email per offrire aiuto e consulenza. Il monitoraggio delle community è opera delle community stesse, quindi, mentre l’intervento diretto è nelle mani di persone terze che potrebbero intervenire nella situazione con cognizione di causa. Gli stessi Samaritani sono presenti inoltre su Facebook tramite la relativa
.
Proprio alcune settimane fa un utente, Simone Black, si è
dopo averne dato l’annuncio sulla propria bacheca, e tutto ciò dopo che nessuno dei suoi 1.082 contatti sia intervenuto o abbia risposto al messaggio. 1082 “amici” ed un grande silenzio.
«Facebook è una parte della vita quotidiana per molti di noi e dobbiamo fare in modo che le persone abbiano il supporto online quando ne hanno bisogno»: il gruppo si mette così a disposizione per offrire una mano a chi usa il social network per inviare un estremo appello.
Illuminante il commento di Clare Wyllie, capo della politica e della ricerca dei Samaritani, il quale spiega: «È inevitabile che, così come l’ambiente online diventa sempre più intrecciato nella nostra vita quotidiana, può svolgere un ruolo nei tentativi di suicidio, nel bene e nel male. Da un lato, Internet crea nuovi rischi e sfide per la prevenzione del suicidio, mentre d’altro canto, crea anche nuove possibilità per raggiungere le persone vulnerabili».