iAd: la pubblicità mobile di Apple piace a Google

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Pare proprio che, oltre a

[!] Ci sono problemi con l’autore. Controllare il mapping sull’Author Manager

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dai dispositivi, domani iPhone OS 4.0 porterà un’altra interessante novità, cioè i servizi di

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con la mela sopra. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, tuttavia, quello che si prospetta come il più temibile competitor di Google va molto a genio a Mountain View.

Con una guerra in corso sul mobile advertising, sorprende che Google possa plaudire all’entrata nel mercato di un concorrente tanto agguerrito. La lotta per accaparrarsi AdMob, una delle più grandi reti pubblicitarie in mobilità, era finita con la secca disfatta di Cupertino, motivo per cui Apple dovette rifarsi con l’

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. Da allora, Google è in attesa che la Federal Trade Commission statunitense approvi l’acquisizione in maniera definitiva, cosa non del tutto scontata vista la sua già grande influenza sull’intero mercato della ricerca online.

Ora che però c’è Apple, la situazione d’improvviso si fa meno asfittica, e il nuovo stato di cose potrebbe deporre a favore di Google. Sul Public Policy Blog di Big G si legge infatti:

La notizia di oggi dell’acquisizione da parte di Apple di uno dei competitor di AdMob, Quattro Wireless, è un’ulteriore prova del fatto che c’è competizione nello spazio pubblicitario. E i sempre maggiori investimenti o le acquisizioni in tale segmento, incluse quelle firmate da

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e

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, sono un segno di crescita vigorosa e di continua competizione. Questa è in ultima istanza una grandiosa notizia per utenti, inserzionisti ed editori.

Insomma, mano mano che il mercato mobile prenderà la forma che Apple intende conferigli, gli equilibri che conosciamo potrebbero spostarsi e anche parecchio. Certo, ora come ora, Google sta semplicemente approfittando di Apple per farsi scudo contro le ragionevoli apprensioni della FTC, ma come biasimarla: si stima che nel 2010 AdMob porterebbe nelle sue casse qualcosa come 300 milioni di dollari. Somma evidentemente sufficiente da far desiderare persino un po’ di sana concorrenza.

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