
iAd, l’advertising in salsa Mela, è pronto a raggiungere ogni angolo remoto del globo. Le
delle ultime ore, infatti, parrebbero dimostrare l’intenzione di Cupertino di estendere il proprio servizio pubblicitario anche a investitori non anglosassoni. Fino a oggi iAd, sebbene gli spot fossero visibili dagli utenti di tutto il mondo, ha stilato unicamente contratti con partner statunitensi e inglesi.
L’abbattimento dei confini territoriali, però, non coinvolgerà unicamente le aziende intenzionate a promuovere i loro prodotti, ma anche i developer: gli sviluppatori internazionali potranno presto inserire i banner di Cupertino nelle proprie applicazioni e, di conseguenza, iniziare a guadagnare con l’apposito programma previsto da Apple.
Proprio in vista di questo obiettivo, Cupertino sarebbe prossima all’apertura di un headquarter creativo a Manhattan, che si occuperà unicamente della gestione di iAd. È proprio l’apertura di questo ufficio che ha svelato la globalizzazione del servizio. Il materiale informativo preparato per il lancio del cuore newyorkese di iAd infatti riporta:
iAd raggiunge milioni di utenti iPhone e iPod Touch in tutto il mondo.
In realtà, già ora il servizio raggiunge gli utenti di tutto il mondo, tuttavia con spot referenziati agli Stati Uniti.
, però, questa frase indicherebbe chiaramente l’intenzione di Cupertino di localizzare il servizio con la sottoscrizione di contratti con partner locali.
Risulta naturale chiedersi se l’apertura al mondo potrà
di iAd. A quanto emerso negli scorsi mesi, il servizio si configura come un playground dittatoriale di Apple atto a escludere il cliente dal processo creativo. Questa singolare situazione ha portato a due forfait illustri: Chanel se n’è scappata a gambe levate, mentre Adidas ha
da 10 milioni di dollari. Gli investitori meno blasonati, invece, non hanno nemmeno preso in considerazione la proposta di Cupertino, perché i costi sarebbero effettivamente proibitivi.
In effetti, le uniche società pienamente soddisfatte dell’universo iAd sarebbero Nissan, Unilever e Dove. Chi utilizza frequentemente App Store, si sarà accorto come le tre aziende siano state per molto tempo anche le uniche approdate sul servizio, seguite solo recentemente da City Bank.