Come ogni anno il periodo post-natalizio diventa una ghiotta occasione per eBay e la sua community. Negli anni, infatti, il marketplace è stato identificato come il luogo prediletto per il riciclo dei regali indesiderati, creando così un’ondata di offerte destinata a durare per tutto il mese di gennaio. Ondata che, peraltro, sarebbe già iniziata: secondo una stima del gruppo, già oltre 8 mila annunci sarebbero stati portati su eBay per la vendita di regali poco graditi o doppi ed utili soltanto ad una possibile monetizzazione.
« Secondo un’indagine commissionata da eBay a Tns International, primo sito di commercio elettronico al mondo, […] sono oltre 4 milioni gli italiani che si sono dichiarati pronti a rivendere i regali non desiderati. E molti lo faranno avvalendosi della rete. L’indagine ha inoltre rivelato che il Natale 2009 ha lasciato dietro di sé un 44% di regali indesiderati o doppi, costati complessivamente circa 794 milioni di euro: una bella cifra per lasciarla “in un cassetto”… meglio rivenderli, e magari con il ricavato comprarsi finalmente il dono perfetto. Ma da chi arrivano i regali peggiori? Per il 14% arrivano dai parenti acquisiti, soprattutto per le donne (16%), l’11% invece dagli amici e dai componenti delle famiglie allargate».
Il comunicato eBay è di chiara matrice promozionale, ma ha il merito di evidenziare l’utilità del marketplace in questa specifica occasione: il riciclo dei regali può diventare un’occasione tanto per chi vende quanto per chi acquista, generando per entrambi valore a partire da un oggetto che altrimenti sarebbe stato destinato al cassonetto o al fondo di un cassetto. Fin dal giorno successivo allo spacchettamento, quindi, gli annunci hanno iniziato a fluire sul marketplace e sono destinati a crescere fino al giorno di picco identificato nel 19 gennaio prossimo («in particolate nelle categorie Computer, Abbigliamento e Accessori, Auto: ricambi e accessori, e Libri»).
Per conquistare i propri utenti, eBay deve però riuscire a superare un ostacolo psicologico importante: il senso di colpa derivante dalla vendita di un regalo altrui. Per incoraggiare la propria community il gruppo ha pertanto predisposto un apposito decalogo di consigli con i quali persuadere sulla necessità di un atteggiamento pragmatico ed utilitaristico, passando oltre il romanticismo del regalo per monetizzarne il valore sulla base dell’utilità specifica: «Non sentirti in colpa a riciclare il regalo. Alla fine lo fanno tutti anche se non lo ammettono. Quello che non serve/piace a te potrebbe piacere/servire a qualcun altro. In fin dei conti la cravatta a pois che non ti piace molti la indossano tutti i giorni. Perché privarli di questo piacere?»