La polemica su cosa sia un hacker mantiene una certa attualità, nonostante sia piuttosto vecchia, a fronte della frequente confusione con quelli che sono più propriamente definiti
Emblematica è, in questo senso, la storia di
Si tratta di una notizia per certi versi davvero paradossale oppure, se preferiamo, magnificamente esplicativa dell’epoca in cui viviamo. Una storia che doveva raccontare quanto di buono fanno gli hacker, di come contribuiscono alla nostra società e come sia ingiusto indicarli come criminali informatici è stata diffusa e resa nota al pubblico tramite un "crimine informatico".
Il P2P tanto vituperato dimostra ancora una volta le proprie intrinseche capacità di diffondere messaggi scavalcando qualsiasi limite o imposizione. Non si tratta, come a volte esagerando viene intesa, di effettiva democraticità del sistema (la democrazia non può essere ridotta soltanto alla possibilità di far girare informazioni), ma certamente di uno strumento di liberazione fondamentale, da difendere fino in fondo.
Adrian Lamo, intervistato sulla notizia da TorrentFreak, pur dicendosi dispiaciuto da un certo punto di vista, ha chiosato:
Sono felice per il cast, la squadra tecnica e gli altri che mai avrebbero visto, altrimenti, il loro lavoro riconosciuto.
Il P2P, proprio nell’atto di violare la legge, è in grado, spesso, di restituire agli autori la ricompensa morale del loro lavoro. E questo è un fatto che non varrà sempre e in ogni caso, ma è assolutamente innegabile.
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