Negli ultimi tempi, fare soldi con Internet sembra essere l’eccezione piuttosto che la regola; quando poi a generare profitti è una rivista, per l’esattezza una webzine, cioè un giornale che esiste soltanto in Rete, allora si tratta di una notizia.
I primi profitti annunciati da Slate per il trimestre gennaio-marzo rappresentano in qualche modo l’arcobaleno a lungo atteso dall’informazione online; piove ancora sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il sole ha cominciato a splendere su una webzine che ha dalla sua gli investimenti e la visibilità di un colosso come Microsoft. Da qualche parte, comunque, bisognava pure incominciare.
A sette anni dalla fondazione, Slate fa registrare i primi profitti, grazie all’incremento delle entrate pubblicitarie e ad un traffico di lettori raddoppiato nell’ultimo anno. Una pietra miliare che si merita l’intervento dell’editore Bill Gates in persona: «Nel corso degli anni, mentre mettevamo a posto Slate e raffinavamo la sua strategia, abbiamo sempre creduto che sarebbe diventato un’attività profittevole», ha dichiarato il capo di Microsoft al New York Times.
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