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Mai come in questi giorni si sente la mancanza di Steve Jobs, lo scomparso co-fondatore di Apple, soprattutto dalle parti di
Peter Sims, dalle pagine dell’Huffington Post, ha deciso di raccogliere i cinque peggiori momenti della carriera dell’iCEO, i cinque passi falsi che dimostrano al pubblico come anche il grande
L’assunzione di John Sculley
L’avesse potuto predire, probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Eppure è stato proprio Jobs a volere John Sculley, allora in Pepsi, come CEO della Mela. Peccato che fu proprio Sculley uno dei fautori dell’allontanamento dell’iCEO da Cupertino, nel lontano 1985. E fu proprio Sculley a non comprendere le potenzialità dei computer targati Mac, trattando il brand come fosse proprio una bibita zuccherata anziché un marchio sinonimo di innovazione e futuro.
Pixar come società hardware
Quando Steve Jobs acquisì la Pixar da George Lucas, non avrebbe mai immaginato sarebbe diventata una delle migliori case d’animazione computerizzata al mondo. Lo scopo iniziale dell’iCEO pare fosse di rendere
La voglia di vendere Pixar
Non vedendo il progetto decollare, per molto tempo Jobs ha cercato di vendere Pixar al miglior offerente, almeno per recuperare l’investimento iniziale. Nessuno si è dimostrato però interessato, anche perché la trasformazione in una società hardware di certo non aveva sufficiente appeal per attirare gli investitori. Tutto sommato, all’iCEO non è toccata una cattiva sorte: con l’arrivo dell’animazione digitale in 3D, Pixar è diventato un colosso a livello mondiale.
Target erroneo per NeXT
NeXT, la "nuova era dei computer" antagonista ad Apple dopo la cacciata di Steve Jobs, ha portato molte innovazioni nel mondo dell’informatica, alcune ancora ampiamente sfruttate tutt’oggi da
Prodotti fallimentari
Da Apple Lisa all’Apple III, sono diverse le intuizioni hardware fallaci di Steve Jobs. A volte troppo futuristiche per la società del tempo, altre volte di dubbia utilità, l’iCEO non si è di certo fatto mancare nulla in fatto di fallimenti di mercato. Fortunatamente, a far di peggio ci ha pensato l’amministrazione Apple negli anni ’90, con device di inesistente fascino come la console di gaming Pippin.