
AI Image Stabilization
Huawei la chiama AIS ovvero AI Image Stabilization, in modo da specificare che per eliminare le vibrazioni si fa ricorso all'intelligenza artificiale, soprattutto durante le lunghe esposizioni. Abbiamo messo alla prova il sistema e il risultato è in linea con le aspettative. In breve, il telefono analizza le informazioni relative al movimento acquisite durante lo scatto, per compensarle e creare un file in uscita privo di mosso. Attivando la modalità Notte all'interno dell'applicazione della fotocamera si arriva a sei secondi di esposizione senza bisogno di ricorrere ad alcun cavalletto o a supporti di altro tipo. Di seguito il risultato, senza alcun intervento in fase di post-produzione.
Il Duomo di Crema fotografato con Huawei P20 Pro

Il Duomo di Crema fotografato con Huawei P20 Pro, un dettaglio

Il Duomo di Crema fotografato con una Nikon D5300 e cavalletto

Il Duomo di Crema fotografato con una Nikon D5300 e cavalletto, un dettaglio

Una via di Crema, fotografata con la modalità Notte di Huawei P20 Pro

Una via di Crema, fotografata con Motorola Moto Z2 Play
Huawei P20 Pro e la fotografia notturna
In conclusione, sottolineiamo nuovamente l'importanza di distinguere tra fotografia e fotografia mobile, affinché non venga generata confusione. Si ha a che fare con dispositivi differenti che assolvono a compiti differenti.Dai nostri test condotti sul P20 Pro è emerso come la migliore tra le caratteristiche offerte non sia la terza fotocamera con zoom ottico tanto pubblicizzata, bensì il sistema AIS che entra in azione quando c'è poca luce, consentendo di acquisire scatti a mano libera con diversi secondi di esposizione. Ci sembra questo il reale valore aggiunto del prodotto rispetto a quanto oggi mette a disposizione la concorrenza. Finalmente possiamo parlare di un impiego dell'intelligenza artificiale non limitato all'applicazione di artifici quali le simulazioni dell'effetto bokeh o bilanciamenti poco verosimili tra luci e ombre, ma realmente utile.