Ancora oggi l’autonomia rappresenta il principale tallone d’Achille dei dispositivi mobile. Nonostante la capacità delle batterie sia aumentata nel corso degli ultimi anni, la loro durata è cresciuta poco o nulla, a causa della sempre più elevata potenza di calcolo offerta dai processori e della diagonale dei display in continua espansione. Una soluzione al problema potrebbe arrivare dai laboratori Google X, gli stessi che hanno dato vita a progetti come gli occhiali Glass e la self-driving car.
Il team guidato da Astro Teller è al lavoro su alcune nuove tecnologie, una delle quali riguarda le batterie a stato solido, ovvero un sottile strato all’interno del quale può essere racchiusa l’energia necessaria per garantire un prolungato funzionamento di smartphone, tablet, laptop, lettori multimediali ecc. Il gruppo al lavoro sul progetto è capitanato da Ramesh Bhardwaj e ha come obiettivo principale quello di introdurre una nuova tipologia di batteria nell’ambito consumer, dunque destinata ai prodotti con i quali milioni di persone hanno a che fare quotidianamente. L’impiego di un elettrolita solido (anziché liquido come avviene oggi) aumenterebbe in modo significativo l’affidabilità e la sicurezza, tanto da poter eventualmente spalancare la strada ad un utilizzo in campo medico, ad esempio per impianti o protesi corporee.
Al momento non è dato a sapere quando un’innovazione di questo tipo potrà fare il suo debutto sul mercato, né quali saranno in termini concreti i vantaggi offerti, ovvero a quanto ammonterà l’autonomia ottenibile dalle batterie del futuro. Di certo, poter contare su una durata pari a due o tre giorni con una singola ricarica, rappresenterebbe un significativo passo in avanti. Tra le altre ricerche simili degne di nota si segnala quella della Stanford University (della quale si è parlato di recente), al lavoro su batterie agli ioni di alluminio che possono essere caricate completamente in circa un minuto.