Aggiornamento: nelle ultime ore l’antitrust europea ha formalizzato una doppia accusa nei confronti di Google, in particolare del servizio Shopping e dell’ecosistema Android, mentre l’azienda californiana ha comunicato la propria posizione ufficiale attraverso un post e una lettera inviata ai dipendenti.
Google potrebbe andare incontro ad una sanzione miliardaria da parte delle autorità antitrust dell’Unione Europea: la voce è trapelata nelle ultime ore e danno ormai come imminente l’ufficializzazione della sanzione ai danni del colosso di Mountain View.
L’insediamento di Margrethe Vestager a capo dell’antitrust europea potrebbe infatti condurre nel giro di poche ore ad una nuova evoluzione dell’agitato rapporto che ormai da anni lega Google al vecchio continente. Al centro della questione ci sono ancora una volta le presunte pratiche anticoncorrenziali messe in atto da parte del gruppo guidato da Larry Page, accusato da più parti di aver abusato della propria posizione dominante nell’ambito dei motori di ricerca. Il tira e molla è iniziato sotto la gestione Almunia, è proseguito per lungo tempo cercando compromessi mai realmente soddisfacenti ed ora sembra essere giunto l’ultimo capitolo della vicenda.
Fino a 6,6 miliardi di dollari
Nelle scorse settimane si è parlato di un’accelerazione nell’indagine condotta dall’UE, con il coinvolgimento diretto di alcune delle aziende che hanno puntato il dito contro bigG. Oggi il Wall Street Journal parla di un provvedimento sanzionatorio che potrebbe toccare una cifra record pari a 6,6 miliardi di dollari, ovvero il 10% del volume d’affari a livello globale (il massimo della sanzione applicabile). La Commissione sarebbe pronta a diramarne l’annuncio in via ufficiale, il più importante di sempre in termini economici nei confronti di una multinazionale statunitense. La vicenda ricorda, per le modalità, quella che negli anni scorsi ha visto coinvolta Microsoft e la scelta del browser per la navigazione Web da parte degli utenti.
L’eventuale avvio della procedura consentirebbe a Google dieci settimane di tempo per allestire una solida strategia difensiva, nel tentativo di smantellare l’impianto accusatorio o di raggiungere un accordo con l’authority più volte discusso, ma mai pienamente risolutivo per quanto riguarda il territorio europeo. L’indagine avviata nel 2010 sotto la direzione di Joaquín Almunia sembra dunque destinata ad entrare in una nuova fase: le premesse sono le medesime, ma con margini di pacificazione ormai ridotti al lumicino. Le realtà coinvolte non hanno al momento rilasciato alcun commento sulla vicenda, ma già entro la giornata di oggi potrebbe arrivare un comunicato ufficiale da parte del team guidato da Vestager.
Al polverone si aggiungono le dichiarazioni di Gunther Oettinger, commissario per l’economia e la società digitali, che ha chiesto l’istituzione di una normativa finalizzata a ridimensionare quello che oggi può essere definito come uno strapotere dei colossi d’oltreoceano nel settore Web, che nel vecchio continente rischia di limitare l’innovazione e lo sviluppo di nuove realtà legate all’ambito online.