A poche ore dalla scadenza dell’ICP (Internet content provider),
Lo ha comunicato ieri il vice presidente, e responsabile legale, David Drummond sul blog ufficiale, in un comunicato.
Dalle conversazioni che abbiamo avuto con il governo cinese, è stato chiaro che se avessimo continuato a reindirizzare gli utenti verso Hong Kong la licenza ICP non sarebbe stata rinnovata. Senza di essa, non possiamo operare sul sito Google.cn e di conseguenza saremmo oscurati in Cina.
In questi mesi Google ha lavorato a una landing page che sembra un compromesso: alcuni servizi, come la ricerca musicale, traduzione e ricerca di testi, restano sul server cinese; altre ricerche online vanno su quello di Hong Kong. Un sistema che aggira le restrizioni senza violare la legge. Ma il governo cinese si accontenterà? E rinnoverà la licenza?
Google sembra intenzionata a non mollare sulla questione della libertà di accesso. Pur non entrando nello specifico, Google assicura che continuerà a rifiutare le richieste di autocensura raccomandate da Pechino, ma al contempo rispetterà le leggi del paese.
Come società aspiriamo a fare informazione disponibile per chiunque e dovunque, anche in Cina. Per questo abbiamo lavorato sodo per tenere in vita il sito cinese di Google, per continuare la nostra ricerca e lo sviluppo in questo paese. Questo nuovo accesso è coerente con il nostro impegno a non autocensurarci, e, crediamo, a rispettare le leggi locali. Speriamo quindi che la nostra licenza verrà confermata, così che potremo continuare a offrire i nostri servizi agli utenti cinesi tramite Google.cn.
Insomma, da domani inizia una nuova fase del difficile rapporto tra due diversi colossi del pianeta.