Google: un team a Shanghai per smartphone e Home?

150 persone, tra ingegneri ed esperti hardware, per un nuovo team con base a Shanghai il cui obiettivo è realizzare i futuri dispositivi a marchio Google.
Google: un team a Shanghai per smartphone e Home?
150 persone, tra ingegneri ed esperti hardware, per un nuovo team con base a Shanghai il cui obiettivo è realizzare i futuri dispositivi a marchio Google.

Nel corso degli ultimi anni i rapporti tra Google e la Cina non sono stati semplici, con parte dei servizi di Mountain View (compresi YouTube e Play Store) non accessibili o solo parzialmente fruibili dagli utenti nel paese asiatico. Stanno però arrivando segnali di disgelo: la scorsa settimana l’annuncio di un AI China Center che sorgerà a Pechino, oggi si parla invece della possibile nascita di un team a Shanghai focalizzato sulla progettazione hardware.

A riportare l’indiscrezione, al momento non confermata né smentita da bigG, è la testata The Information. Si parla della divisione di Google con sede nella metropoli cinese che in un anno è passata da 20 a circa 150 dipendenti. Tra le new entry diversi ex collaboratori di Apple e Amazon con esperienza nella progettazione di dispositivi e nella gestione dei rapporti con i fornitori delle componenti. Sarebbero stati assunti anche alcuni ex dipendenti di Jide Technology, l’azienda che ha sviluppato la piattaforma Remix OS con l’obiettivo di portare le funzionalità Android nel mondo PC. L’attività del nuovo team sembra essere focalizzata in primis su smartphone (con tutta probabilità le prossime generazioni della linea Pixel) e sugli altoparlanti smart della linea Google Home.

La fonte parla inoltre di programmi in cantiere per quanto riguarda dispositivi indossabili, visori dedicati alla realtà virtuale e Pixelbook. In altre parole, la squadra di Shanghai andrà a rafforzare l’impegno già profuso dalla divisione hardware di Google-Alphabet attiva negli Stati Uniti e guidata da Rick Osterloh. Spostare o comunque delocalizzare in Cina parte del lavoro significa poter contare su rapporti diretti con i partner locali che potrebbero un giorno occuparsi delle fasi di fornitura e assemblaggio, riducendo in questo modo i costi operativi, quelli delle materie prima, della manodopera e (si spera) anche del prodotto finale destinato al mercato.

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