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Con un post ufficiale,
Ora, il gigante californiano si dichiara soddisfatto della tecnologia Accelerated Mobile Pages tanto da voler condividere ciò che ha imparato per migliorare l’intero Web, non solo quei siti che scelgono specificatamente di lavorare con Google:
sulla base di ciò che abbiamo imparato da AMP, ora ci sentiamo pronti a fare il passo successivo e lavorare per supportare più contenuti dal caricamento istantaneo non basati sulla tecnologia AMP.
In sostanza, quello pervenuto nelle scorse ore è l’annuncio di un progetto durato anni per convincere le organizzazioni che regolano gli standard web ad aderire alla visione di Google, che vuole un web mobile "user-first", ovvero incentrato prima sulle esigenze dell’utente, il quale desidera pagine che si caricano senza attesa alcuna. Ma si apprende che Google non desidera che l’intero Web diventi di sua proprietà o che si basi su AMP stesso: secondo quanto annunciato, vuole migliorare l’esperienza dei browser per la navigazione a Internet condividendo la tecnologia e gli insegnamenti del suo progetto AMP.
È indubbio che un Web più efficiente, facile da navigare e soprattutto istantaneo sia qualcosa che suoni bene. Se infatti è stato creato per un’esperienza basata su computer desktop – e anche oggi adotta degli standard creati per tale tipologia di esperienza, non si può trascurare il fatto che la portata della navigazione da mobile ha raggiunto numeri importanti ed è anche in continua crescita: infatti, solo nel 2015 oltre la metà delle ricerche su Google provenivano proprio dagli smartphone e nei due anni successivi la tendenza è aumentata ulteriormente.
In altre parole, il modo in cui effettivamente si usa il web oggi non è più congruente con il modo in cui è stato costruito. Per questo, i prossimi passi riguarderanno probabilmente un processo che richiederà probabilmente mesi o anni. Vari organismi di regolamentazione dovranno infatti presentare proposte, provarle e accettarle. E non è solo il corpo del W3C a standardizzare il web. Inoltre, le aziende che sviluppano browser e app dovranno implementare la tecnologia, dunque non è possibile stimare delle tempistiche. Ma, nel frattempo, Google continuerà a sviluppare AMP e a promuoverne l’uso.