Google: Noah Falstein è il Chief Game Designer

Il profilo LinkedIn di Noah Falstein lo posiziona come Chief Game Designer presso il team Android Play Studio: mistero sugli obiettivi dell'assunzione.
Google: Noah Falstein è il Chief Game Designer
Il profilo LinkedIn di Noah Falstein lo posiziona come Chief Game Designer presso il team Android Play Studio: mistero sugli obiettivi dell'assunzione.

Quella relativa ai giochi è la categoria che su Google Play e App Store genera il maggior numero di download e rappresenta la più grande fonte di guadagno per gli sviluppatori, come rivelano le statistiche pubblicate poche settimane fa da App Annie. È dunque normale l’interesse di bigG e Apple nei confronti del gaming, punto di forza dei rispettivi store mobile, ma l’assunzione di Noah Falstein fa pensare che i progetti del gruppo di Mountain View siano ben più ambiziosi.

Per chi non ne fosse a conoscenza, si tratta di un game designer attivo nell’industria videoludica fin dagli anni ’80, che nel corso della sua carriera ha collaborato con realtà come LucasArts, 3DO e Dreamworks Interactive, partecipando alla realizzazione di alcuni titoli importanti: Labyrinth (1986), Indiana Jones and the Last Crusade: The Graphic Adventure (1989) e Alan Wake (2010, nel ruolo di consulente). Stando a quanto riportato nei giorni scorsi sul profilo LinkedIn, nel mese di aprile Falstein è stato ingaggiato da Google nel ruolo di Chief Game Designer presso il team Android Play Studio.

Il tutto è dunque legato alla piattaforma mobile, ma non è chiaro in che modo. È possibile che il motore di ricerca abbia voluto assicurarsi un esperto di gaming da affiancare a Niantic Labs, la squadra che lo scorso anno ha dato vita all’augmented reality game Ingress, oppure che stia pensando di impegnarsi nello sviluppo di titoli first party, ovvero distribuiti direttamente a marchio bigG.

Una terza ipotesi riguarda l’impegno degli ultimi anni di Falstein con i cosiddetti “serious games”, ovvero applicazioni e software in cui la tecnologia dei videogiochi è sfruttata per altri scopi e ambiti, inerenti ad esempio all’educazione, alla salute, all’ingegneria o alla finanza. Nessuna conferma ufficiale, almeno per il momento, ma non è da escludere che Google possa affrontare la questione sul palco dell’evento I/O 2013 in programma dal 15 al 17 maggio.

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