

Nella parte in basso a sinistra lo scatto ottenuto con un normale smartphone, in alto a destra quello ottimizzato ancor prima di premere il pulsante dell'otturatore mediante l'impiego degli algoritmi messi a punto da Google in collaborazione con i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology
Questa tecnologia ha il potenziale di risultare molto utile per il miglioramento in tempo reale delle immagini sulle piattaforme mobile. Ricorrere al machine learning per la fotografia computazionale è una prospettiva interessante, ma al momento limitata da alcuni limiti legati alla potenza di calcolo dei dispositivi. Questa ricerca potrebbe costituire una strada percorribile per aggirare i problemi e produrre nuove, avvincenti esperienze fotografiche in tempo reale senza pesare in modo eccessivo sulla batteria e senza causare rallentamenti.L'algoritmo è stato istruito analizzando circa 5.000 immagini, ognuna delle quali elaborate da fotografi professionisti, per comprendere quali modifiche apportare a un determinato tipo di scatto. L'intelligenza artificiale ha così imparato come agire ancora prima che venga salvato il file. Il risultato potrebbe essere integrato negli smartphone Google di prossima generazione, forse già nei Pixel 2. Ricordiamo però che, a conti fatti, una bella foto non è per forza di cose una buona foto.