Google libera VP8, ma la qualità è un problema

Google ha annunciato l'apertura di VP8, ma non tutti concordano sulla promessa qualità del codec: problemi di codice e di proprietà intellettuale potrebbero rallentarne l'adozione, tenendo lontani gruppi quali Microsoft ed Intel
Google ha annunciato l'apertura di VP8, ma non tutti concordano sulla promessa qualità del codec: problemi di codice e di proprietà intellettuale potrebbero rallentarne l'adozione, tenendo lontani gruppi quali Microsoft ed Intel
Google libera VP8, ma la qualità è un problema

L’annuncio di Google relativo a WebM (VP8 + Vorbis) ha suscitato immediato fermento attorno ai codec poichè, soprattutto, Google ha creato una soluzione alternativa ad H.264 tale per cui l’adozione risulta libera e gratuita per qualsivoglia attore di mercato. Opera, Skype e Mozilla si sono gettati sul progetto immediatamente sposandone i principi assieme a produttori hardware quali ARM, AMD o Qualcomm. Ma non c’è Microsoft, e non c’è Intel. Non c’è, soprattutto, omogeneità nei giudizi. E a distanza di poche ore dall’annuncio varie voci contrarie iniziano a suggerire che VP8 non sia l’elisir dei video online e che, anzi, H.264 sia ad oggi ancora una soluzione insuperabile.

I dubbi nascono da una promessa: On2, prima della cessione a Google, aveva lanciato VP8 promettendo un risparmio sulla banda pari al 50% rispetto alla soluzione rivale. Nessun test a supporto e nessuna risposta alle domande aveva suscitato qualche dubbio. Test successivi sembrano aver confermato quanto si sospettava. In “Diary Of An x264 Developer” l’analisi è completa: parte dalla delusione di VP7, spiega quanto scarsa sia stata negli anni l’implementazione da parte di On2, schernisce il tutto come un semplice copia-incolla mal studiato.

Secondo gli approfonditi test firmati Jason Garrett-Glaser, VP8 sarebbe sostanzialmente migliore rispetto a Theora ma significativamente peggiore rispetto a H.264. E questo stando semplicemente alle performance. Ma l’analisi sposta l’obiettivo anche su un altro aspetto: quello della proprietà intellettuale.

Microsoft è la prima a lanciare il sospetto: nel rigettare l’adozione nativa di VP8 in IE9, infatti, il gruppo spiega come i motivi del proprio rifiuto siano tanto di natura tecnica quanto inerenti problemi di proprietà intellettuale. Google, infatti, avrebbe spiegato come nessun brevetto gravi su VP8 e che quindi la sua adozione possa essere priva di problemi per chiunque. La medesima promessa sarebbe stata posta da Microsoft negli anni passati in occasione del rilascio di VC-1, ma nel giro di breve le smentite giunsero da quanti iniziarono a sbandierare i propri brevetti di fronte al progetto. Così potrebbe essere per VP8: l’analisi di Jason Garrett-Glaser esprime dubbi sul fatto che VP8 possa essere completamente libero dal giogo dei brevetti e sottolinea come, almeno finché questa non sarà una questione confermata dal tempo e dall’assenza di reclami, non sarà possibile nutrire certezze in proposito.

Qualità non eccelsa, velocità non entusiasmante, bug in grado di portare a problemi di sicurezza, codice approssimativo, proprietà intellettuale tutta da confermare. Per questo motivo, secondo l’analisi, VP8 non è pronto per le luci della ribalta. Rappresentando però un passo avanti rispetto a Theora, può imporsi come valida alternativa ad H.264 in sostituzione della soluzione antecedente (e potrebbe essere questo il fine ultimo, senza velleità ulteriori).

Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti