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Mentre Google Earth si appresta ad incorporare anche i suoni dei luoghi che mostra, si parla di porre un freno alla risoluzione delle sue immagini e alle sue potenzialità.
Grazie al lavoro quarantennale di Bernie Krause e della sua compagnia, la WildSanctuary, il software di visualizzazione di foto dal satellite, Google Earth, potrebbe aggiungere al suo già ricco bouquet di servizi anche la possibilità di ascoltare i suoni tipici (o che erano tipici) del luogo inquadrato. Krause infatti ha registrato fino ad ora 3500 ore di materiale sonoro tra versi di animali e suoni ambientali, il tutto rigorosamente geotaggato (cioè associato al luogo dove è stato registrato): lui stesso non esita a definire l’archivio in questione come il più grande e completo al mondo.
Per ora ci sono stati solo contatti con l’azienda di Mountain View ma si pensa che il software che integra anche i suoni possa essere presentato alla conferenza
Dal versante opposto invece Google comincia a subire pesanti pressioni governative riguardo le potenzialità che il suo servizio offre indiscriminatamente a tutti ed a titolo gratuito. A far scoppiare il caso sono state alcune dichiarazioni