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Google Drive, il neonato servizio di cloud storage integrato dalla società di Mountain View nella piattaforma Google Docs, è sotto accusa per la presunta
Secondo la documentazione a cui si fa riferimento (
Basti pensare ai client email online come Gmail, ad esempio, dove i messaggi non vengono fisicamente scaricati in locale ma restano accessibili mediante una connessione Internet, oppure ai sistemi di sincronizzazione e condivisione come Dropbox, iCloud o, per restare in ambito bigG, lo streaming dei brani da
Perché SuperSpeed abbia scelto di prendere di mira proprio Google Drive non è stato spiegato, ma se il giudice chiamato a intervenire dovesse esprimere un’opinione favorevole alla tesi accusatoria, rappresenterebbe un precedente potenzialmente in grado di mettere in ginocchio numerose realtà. Le richieste non sono comunque relative al blocco del servizio, bensì al versamento delle royalties ritenute necessarie per lo sfruttamento del brevetto. Il colosso dei motori di ricerca, dal canto suo, non si è ancora espresso sulla questione.
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