Google Drive partecipa all'iniziativa Go Paperless

Anche Google Drive si schiera con la Paperless Coalition, per spingere gli utenti ad abbandonare la stampa su carta dei documenti.
Google Drive partecipa all'iniziativa Go Paperless
Anche Google Drive si schiera con la Paperless Coalition, per spingere gli utenti ad abbandonare la stampa su carta dei documenti.

Un mondo senza carta è possibile, grazie alle tecnologie cloud. È questa la visione del futuro proposta dalla Paperless Coalition, un gruppo che offre consigli e tecnologie utili per ridurre al minimo la stampa dei documenti beneficiando delle funzionalità messe a disposizione dalle piattaforme online. Quest’anno, insieme a HelloSign, Fujitsu ScanSnap, Expensify, Manilla, Xero e HelloFax entra a farne parte anche Google Drive.

L’annuncio arriva da un post comparso sul blog ufficiale del servizio, in cui la product manager Meredith Blackwell spiega come tutti possano offrire il proprio contributo alla salvaguardia delle foreste, al motto “Save money, save time, save trees” (“Risparmiamo denaro, risparmiamo tempo, salviamo gli alberi”).

Google Drive semplifica la gestione di tutti i documenti su piattaforma cloud, rendendoli accessibili da qualunque postazione, così gli utenti non sono più costretti a portare con loro copie su carta. Ci sono anche altre ottime applicazioni che possono aiutarli, senza ricorrere alle stampanti. Quest’anno Google Drive fa parte della Paperless Coalition, un gruppo composto da società e prodotti che aiutano a vivere in un mondo senza carta.

Per partecipare basta un click sul sito Paperless2013.org, dove è possibile lasciare il proprio indirizzo email per ottenere consigli e suggerimenti sulle pratiche da attuare per fare la propria parte. Non tutti però pensano che evitare la stampa su carta contribuisca in termini concreti alla salvaguardia del pianeta: una ricerca condotta nel 2010 da uno studente di Stanford, ad esempio, dimostra come consultare per un lasso di tempo pari a sei minuti un documento elettronico di due pagine arrivi a consumare 153,3 kJ su un computer desktop, più di quanto richiesto in media per la stampa di un foglio di carta su entrambe le facciate.

Ancora, si ricordano le recenti campagne di Greenpeace contro i colossi dell’ambito high tech, sulle modalità di alimentazione dei data center che gestiscono proprio i servizi di cloud computing. Il rapporto “How clean is your cloud” dell’aprile 2012 promuove le pratiche attuate da società come Google, Facebook e Yahoo!, che ricorrono all’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, ma boccia Microsoft, Apple e Amazon, che mantengono operativi i propri server sfruttando elettricità prodotta da centrali nucleari o a combustibili fossili.

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