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Google starebbe costruendo un monopolio in grado di consentirgli di controllare i flussi informativi e la privacy di milioni di persone. Non ha dubbi in proposito il prof.
«E’ abbastanza pericoloso che un singolo soggetto come Google sia così dominante nel panorama dei motori di ricerca» ha
Google ha seccamente smentito l’apparato teorico imbastito dallo studio di Maurer: «Queste illazioni sono frutto di numerose inesattezze, teorie cospirative e madornali fraintendimenti sui prodotti e le attività di Google. Sono completamente privi di fondamento e, sinceramente, un poco bislacche». Maurer respinge le accuse mosse da "big G" sull’attendibilità della propria ricerca, ricordando di non aver sostenuto che attualmente Google violi la privacy dei propri utenti. Secondo il ricercatore austriaco, la società di Mountain View avrebbe tutti gli strumenti e il potenziale per farlo in un futuro non troppo remoto. Lo studio sottolinea poi come le politiche di ranking adottate da Google siano molto discutibili e legate a precise strategie di advertising, che spesso hanno ben poco in comune con l’attendibilità dei risultati forniti dal motore di ricerca. Per il prof. Maurer, il rischio che Google possa un giorno decidere di aumentare il ranking dei siti con cui ha rapporti commerciali sarebbe molto alto e concreto.
Hermann Maurer mette, inoltre, in evidenza come la predominanza della società di Mountain View sul Web possa costituire un tangibile pericolo per l’equilibrio dei mercati azionari. Come porta di accesso alle informazioni, Google fornirebbe una versione distorta e parziale della realtà, non consentendo agli operatori economici di essere aggiornati in maniera equa ed equilibrata. «Lo spirito di Google è quello di conoscere qualsiasi cosa ci sia da sapere sulla Terra. Non può essere tollerabile che una società privata abbia tutto questo potere: potrebbe distorcere, controllare e dominare il mondo a proprio piacimento» conclude con toni evidentemente allarmistici la ricerca condotta all’Università di Graz, che sottolinea come l’inerzia ormai acquisita da Google impedirebbe a qualsiasi soggetto di arrestarne la crescita. L’ipotesi di un possibile