Del diritto all’oblio si è discusso molto: dalla sentenza europea del maggio scorso da cui tutto è partito alla costituzione di un comitato di esperti da parte di Google, passando per la cancellazione dei primi link dalle pagine dei risultati. Le richieste inoltrate dai cittadini del vecchio continente al motore di ricerca sono migliaia e non tutte ugualmente semplici da valutare. A parlarne è Peter Fleischer (Global Privacy Counsel di bigG), intervenuto sull’argomento attraverso il Wall Street Journal.
La prassi è chiara: l’utente che desidera vedere scomparire dalle SERP il collegamento ad un articolo o ad un contenuto che lo riguarda deve innanzitutto compilare un modulo online specificando nel dettaglio la natura della propria richiesta. Dopodiché, secondo le linee guida stabiliti dall’UE, Google prende in analisi la domanda respingendola oppure accogliendola. I criteri di valutazioni sono stati stabiliti, ma i casi sottoposti all’attenzione di bigG possono talvolta non risultare di facile giudizio. Fleischer fa due esempi, utili per capire quali sono quelli più semplici e quelli che invece richiedono un iter maggiormente complesso, in considerazione anche delle diverse normative in vigore nei territori interessati dalla notizia.
Un caso facile: una foto scattata ad una donna in vacanza mentre prende il sole in topless, pubblicata senza il suo permesso. Altri riguardano notizie di anni fa a proposito di persone arrestate per piccole truffe. “Abbiamo molti casi semplici”, dichiara Fleischer. “I piccoli taccheggi e altre cose di poco conto. Accadono, ce ne dimentichiamo, andiamo avanti”.
In questi casi l’applicazione del diritto all’oblio è quasi automatica: non si tratta di fatti di interesse pubblico e ormai ben lontani nel tempo. Non è però sempre così. Si prenda dunque come esempio la richiesta seguente per capire le difficoltà incontrate in fase di valutazione e la conseguente necessità di affidarsi ad un team di esperti.
Un cittadino tedesco è stato condannato negli USA per un crimine sessuale compiuto all’età di 16 anni. La vittima era due anni più giovane di lui. Negli USA il suo nome è stato pubblicato. Secondo la legge tedesca il suo nome non avrebbe dovuto essere pubblicato in quanto minorenne.
Per questo particolare caso non è dato a sapere se Google abbia deciso o meno di rimuovere il link.