Google AMP Lite: pagine Web ancora più compresse

Con la tecnologia AMP Lite, Google riduce ulteriormente il traffico dati necessario per la navigazione su reti mobile: al via i test in Vietnam e Malesia.
Google AMP Lite: pagine Web ancora più compresse
Con la tecnologia AMP Lite, Google riduce ulteriormente il traffico dati necessario per la navigazione su reti mobile: al via i test in Vietnam e Malesia.

L’iniziativa Accelerated Mobile Pages introdotta da Google negli anni scorsi punta a migliorare l’esperienza di navigazione online da dispositivi mobile, in particolare quando non si ha accesso ad un network WiFi e nelle zone in cui la banda larga rappresenta ancora un lontano miraggio. Oggi il gruppo di Mountain View compie un ulteriore passo in avanti nel programma, annunciando AMP Lite.

Si tratta di un formato ancora più compresso, che si applica sia alle immagini contenute nelle pagine Web che agli altri elementi, così da ridurre ulteriormente il traffico dati richiesto per la consultazione, aumentando di conseguenza la velocità. Il risparmio, in termini concreti, arriva fino al 45%. Al momento il test è stato avviato in alcuni territori colpiti da digital divide come Vietnam e Malesia, ma in futuro verrà esteso altrove. AMP Lite ha inoltre un altro obiettivo: quello di semplificare la gestione da parte del browser delle sessioni di navigazione da parte degli smartphone equipaggiati con un quantitativo esiguo di RAM.

Huibao Lin e Eyal Peled, ingegneri di Google al lavoro sul progetto, sottolineano che l’impiego delle Accelerated Mobile Pages influisce in modo quasi impercettibile sulla qualità dei contenuti visualizzati mentre si naviga.

Queste ottimizzazioni potrebbero modificare i dettagli più piccoli di alcune immagini, ma non alterano le altre parti della pagina, incluse le inserzioni pubblicitarie.

Come è possibile ridurre tanto il peso delle pagine senza compromettere in maniera significativa l’esperienza degli utenti? Attraverso un processo di ottimizzazione mirato. Google, ad esempio, va ad eliminare gli elementi invisibili agli occhi degli utenti, come le icone di anteprima delle immagini e le informazioni legate alla geolocalizzazione, nella quasi totalità dei casi del tutto inutili. Per i più smaliziati in termini di gestione del formato JPEG, la qualità dei file viene portata a 85 e il color sample a 4:2:0.

Anche Facebook ha lanciato un’iniziativa simile, chiamata Instant Articles, ma a differenza di AMP non è open source, bensì si basa su una tecnologia proprietaria. Il sistema di Google può invece essere liberamente sfruttato da realtà di terze parti.

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