Google multata per foto in proprietà privata

Google è stato obbligato a risarcire la famiglia Boring nella misura di 1 dollaro per violazione di proprietà privata
Google multata per foto in proprietà privata
Google è stato obbligato a risarcire la famiglia Boring nella misura di 1 dollaro per violazione di proprietà privata

Dopo due anni i coniugi Boring possono considerare chiusa la causa mossa nei confronti di Google nel 2008. Il giudice Cathy Bissoon ha infatti posto fine alla diatriba legale nata dopo l’inserimento di alcune foto relative all’abitazione della famiglia statunitense in Street View, costringendo Google ad un risarcimento.

Aaron e Christine Boring non potranno certamente fare affidamento sulla somma che sarà versata dal colosso di Mountain View per il proprio futuro in quanto pari ad un solo dollaro, ma vedono riconosciuta la violazione di proprietà privata richiesta alla Corte degli Stati Uniti. Oltre alla contestazione relativa alla privacy violata tramite la pubblicazione delle immagini, infatti, il legale Gregg Zegarelli, assoldato dai due coniugi per portare avanti la causa, ha puntato il dito contro Google per aver messo piede in una proprietà privata, opportunamente segnalata, percorrendo oltre 300 metri per poter accedere all’abitazione.

Il risarcimento, per quanto sia poco significativo in termini economici, non lascia l’amaro in bocca alla coppia, che si è detta sin dal primo momento disponibile ad accettare le scuse ufficiali di Google per porre fine alla questione sul nascere. Ma il gruppo californiano non ha voluto dare ascolto alla famiglia statunitense, procedendo per la propria strada nell’intento di dimostrare l’assoluta legittimità delle azioni eseguite per arricchire il catalogo di immagini di Street View con le foto di casa Boring.

La sentenza del giudice, accettata e firmata da ambo le parti, rappresenta così esclusivamente una vittoria di principio dei due coniugi, entusiasti di veder riconosciuto il proprio diritto alla privacy. Google ha dunque immediatamente provveduto ad ammettere le proprie colpe, evidenziando allo stesso tempo l’assenza di particolari imposizioni per il servizio cartografico online, che continuerà il proprio corso come se nulla fosse accaduto. Allo stesso tempo, la decisione della Corte può rappresentare un precedente da utilizzare in tribunale in futuro, rivelandosi un’arma importante nelle mani degli utenti alla ricerca di giustizia nei confronti di Google.

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