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Si chiama iGloss@, e al di là del fatto che non si capisce come si dovrebbe pronunciare è un glossario ricco di voci sui comportamenti devianti online. L’ha stilato il ministero della Giustizia con l’Ifso, l’associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, l’Ordine degli assistenti sociali, e con il patrocinio tecnico di Google Italia che contribuirà a diffonderlo. Il principio è condivisibile: conoscere e distinguere i tanti comportamenti a rischio che si tengono sul web, ma questo lungo elenco pensato per genitori ed educatori finisce per far convivere chi ruba le carte di credito coi maleducati su Facebook. E sembra soprattutto servire a dare la stura al progetto di legge sul cyberbullismo.
Il
#Internet Ministro Orlando: IGloss@ guida per genitori, ragazzi, docenti, operatori sociali, magistrati, polizia. Qui http://t.co/wjHEzb1VOW
— AGe (@AGe_onlus) May 7, 2015
Ovviamente l’elenco contiene molti reati e comportamenti a rischio, dal più scontato
La rete come vettore antisociale
La mentalità che emerge da questo tipo di approccio è tipico della politica italiana, un mix di tassonomie da servizi sociali e paternalismo che ha prodotto negli anni le tanti
Quel disegno di legge sul cyberbullismo va in una direzione che rischia seriamente, se combinato con tutto il resto, glossario compreso, di far sentire tutti potenzialmente devianti, anche per comportamenti che sono storicamente prodotti dalla cultura libertaria della rete e che si pretende di correggere con una sorta di diritto all’oblio nazionalizzato. Provvedimento urgente, amministrativo, immemore di tutto quanto più volte spiegato a proposito della necessaria separazione tra la sanzione sociale nei confronti di alcuni comportamenti – una sanzione di tipo culturale, di controinformazione, legittima e doverosa – e quella giuridica, che non può essere scavalcata da continue concettualizzazioni di "tutele rafforzate". Questi concetti emergenziali sono presi pari pari dalle associazioni di genitori e dalle vittime di bullismo o altro,. che hanno ragioni comprensibili ma prospettive troppo schiacciate sulle loro vicende personali.
La visione di questo glossario è dunque molto peggio della sua praticità (che pure esiste), perché fa un ulteriore passo dopo le