Giphy: le GIF per imparare il linguaggio dei segni

Il portale, tra i più utilizzati per lo sharing delle GIF, lancia l'iniziativa Sign With Robert: come imparare il linguaggio dei segni con 2.000 immagini.
Giphy: le GIF per imparare il linguaggio dei segni
Il portale, tra i più utilizzati per lo sharing delle GIF, lancia l'iniziativa Sign With Robert: come imparare il linguaggio dei segni con 2.000 immagini.

Giphy è senza alcun dubbio una delle piattaforme più note a chi è solito condividere le GIF animate online, sui social network o all’interno delle chat. Un repository dal database in costante espansione, che raccoglie meme e tormentoni di ogni tipo. È la dimostrazione concreta di come si tratti di un formato intramontabile, nato ancor prima che la grande Rete diventasse uno strumento alla portata di tutti e ancora oggi estremamente efficace.

In questi giorni il portale lancia un progetto tanto curioso quanto interessante: una raccolta chiamata Sign With Robert, composta da oltre 2.000 GIF realizzate per insegnare il linguaggio dei segni. Ognuna è formata esclusivamente dal movimento da compiere con le mani per comunicare qualcosa e da una scritta che riporta il termine associato. Una precisazione: i segni sono quelli dell’American Sign Language, dunque alcune parole potrebbero essere tradotte in altro modo a seconda del territorio in cui ci si trova. A spiegare il motivo per cui l’iniziativa è stata realizzata in collaborazione proprio con Giphy è Hilari Scarl, direttrice e produttrice di Sign With Robert.

Il formato GIF ha l’abilità di riprodurre le animazioni in un loop infinito, dunque è perfetto per imparare nuovo segni. Non richiede di riavviare continuamente la riproduzione o di riavvolgere.

Basta una GIF animata per imparare a dire

Basta una GIF animata per imparare a dire “Venerdì” con il linguaggio dei segni

L’interprete delle GIF è Robert DeMayo, sordo dalla nascita. Difficilmente la raccolta consentirà di imparare alla perfezione come utilizzare il linguaggio dei segni, ma il suo obiettivo non è quello: mira invece a stimolare l’interesse nei confronti di una forma di comunicazione poco conosciuta. Il tutto con un approccio leggero, persino simpatico e che ammicca alla condivisione sui social.

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La “scivolata” di un calciatore spiegata con il linguaggio dei segni

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