Giornali e iPad, poco creativi gli italiani: versioni solo in PDF

Giornali e iPad, poco creativi gli italiani: versioni solo in PDF

In queste prime settimane di download forsennato di applicazioni per il

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, si sono puntati i riflettori sulle sue caratteristiche editoriali. Non è un mistero infatti che all’iPad è stato dato il compito gravoso di salvare i giornali, in piena crisi finanziaria.

Gli italiani non fanno certo eccezione, anzi: non esiste testata di un certo rilievo che non abbia subito distribuito la propria versione per iPad. Basta un click su

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, si carica l’applicazione e il gioco è fatto. L’ansia di esserci, però, non sta facendo fare una gran figura ai nostri. La differenza con le proposte estere è per ora molto sensibile.

Un conto, infatti, è proporre dei contenuti improntati al device che li ospita, come gli esempi davvero strepitosi di

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, il

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, la

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. Ciascuno di loro ha realizzato delle impaginazioni stupefacenti, con features che permettono al lettore di spostare e assemblare i contenuti a piacere. La rivista di

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sperimenta in questa versione una interattività tra contenuti editoriali e pubblicità che potrebbe diventare lo standard mondiale per il futuro.

Un altro conto è fare come in Italia, dove i maggiori quotidiani hanno semplicemente messo a disposizione i pdf dell’edizione mattutina. Con qualche aggiunta multimediale e poco più. Arduo considerarla una rivoluzione. Quanti di noi accedono tranquillamente a edicole e rassegne stampa virtuali? Ci sono già 700.000 abbonati in Italia alle versioni digitali dei quotidiani a pagamento. Per loro l’unica differenza è che dovrebbero possedere l’iPad.

Spacciandola come una novità quando non lo è, si incappa in una irritante “commodity senza utility“: leggo il vecchio pdf che ho sempre letto su un nuovo device. Il cambiamento sarebbe piuttosto il contrario: vedere qualcosa di nuovo con qualcosa che già posseggo. Per non parlare del fatto che se vogliamo essere aggiornati sulle news è necessario uscire, aprire il browser e leggere la versione online, gratuita, di quello stesso giornale.

Molti commentatori dicono che nessuno è in grado di convincere i propri utenti a pagare per i contenuti quanto la Apple. E che il device ha potenzialità inespresse. È senz’altro così, ma varrebbe la pena concentrarsi sul cosa, e non sul come. Il giornalismo si può salvare solo ristrutturando completamente i suoi contenuti, e di conseguenza le sue modalità.

Realizzare versioni autenticamente innovative del prodotto, soprattutto quando sbarca su un device che ha caratteristiche così peculiari, sarebbe un buon inizio. E voi? Avete già scaricato le app per leggere il vostro quotidiano preferito? Cosa ne pensate?

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