L’Antitrust della Germania ha puntato il dito contro
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con l’accusa di
abuso di posizione dominante. L’Antitrust tedesco ha presentato i risultati preliminari di un’inchiesta partita ben 20 mesi fa da cui emergerebbe come il
social network sfrutti la sua posizione dominante per
tenere traccia illegalmente degli utenti attraverso Internet e rafforzare la sua posizione nella
pubblicità online.
Il presidente dell’Antitrust tedesco, Andreas Mundt, ha evidenziato come la loro preoccupazione maggiore sia nella raccolta dei dati al di fuori del social network e la loro inclusione nell’account di Facebook. Per l’accusa, infatti, il social network otterrebbe l’accesso ai dati di terze parti attraverso
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,
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e monitorando i siti Internet visitati dagli utenti. Facebook, nello specifico, oltre ad utilizzare i dati provenienti dalle sue app, sfrutterebbe la presenza dei pulsanti "
Mi piace" all’interno di molti siti web per tracciare gli utenti. Anche se
nessuna multa sarebbe prevista, il social network potrebbe essere costretto a rivedere i termini d’uso che impone ai suoi utenti.
Le autorità tedesche consegneranno i risultati di questa indagine a Facebook, in modo tale che il social network abbia la possibilità di replicare alle accuse.
Un primo intervento di Facebook, comunque, non si è fatto attendere. Yvonne Cunnane, Head of Data Protection and Privacy della società di Mark Zuckerberg, ha sottolineato come i risultati dell’inchiesta tedesca non rispecchino assolutamente l’immagine di Facebook, aggiungendo, anche, che sebbene il social network sia molto popolare in Germania, questo non significhi che sia dominante.
In ogni caso, il social network ha assicurato piena collaborazione con le autorità tedesche. Per la creatura di Mark Zuckerberg arriva un nuovo problema dalla Germania con cui ha da tempo un rapporto complesso. Sebbene il social network sia molto utilizzato dai cittadini, le autorità hanno sempre contestato alcune pratiche dell’azienda.
In particolare, alcuni mesi fa, le autorità tedesche hanno approvato una speciale legge, conosciuta anche come “
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“, che prevede multe milionarie per tutti i social network che non rimuoveranno subito tutti i contenuti che incitano l’odio.
La Germania non è l’unico Paese europeo a contestare le pratiche della raccolta dati di Facebook. In Francia, nelle ultime ore, il CNIL francese ha
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a WhatsApp di sospendere immediatamente la raccolta dei dati degli utenti, in quanto avvenuta in palese violazione della legge sulla
privacy in vigore.
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