GeoHot assunto in Facebook

GeoHot lavora da oltre un mese per Facebook. Ignoto il ruolo del ragazzo e la natura della collaborazione con il social network.
GeoHot assunto in Facebook
GeoHot lavora da oltre un mese per Facebook. Ignoto il ruolo del ragazzo e la natura della collaborazione con il social network.

GeoHot è un dipendente Facebook. Lo è da oltre un mese, ormai, anche se la notizia emerge soltanto ora e soltanto da fonti terze che ne hanno dato annuncio in una intervista. Non si conoscono i dettagli, ma l’incontro tra due nomi di questo calibro è cosa di sicuro interesse per tutta la comunità hacker. E non solo.

Il nome GeoHot (da George Hotz) è divenuto noto ai tempi dello sviluppo del primo jailbreak per iPhone 3GS ed in seguito per il jailbreak della PlayStation 3. Quell’evento ha scatenato un dirompente effetto a catena: dapprima la denuncia Sony contro il ragazzo per la violazione delle regole d’uso della console (con successivo accordo extra-processuale); poi la vendetta degli Anonymous tramite l’incredibile violazione legata al PlayStation Network; quindi l’offensiva di appoggio LulzSec, iniziata con gli attacchi a Sony e finita proprio in queste ore con un annuncio ufficiale. Personaggio di indubbio talento e spesso sopra le righe, in passato ha firmato addirittura una performance rap contro Sony prima che le parti si avvicinassero per evitare lo scontro frontale in tribunale.

P0sixninja (nome in codice dietro cui si cela l’hacker Josh Hill), ha spiegato in una intervista di aver sfidato GeoHot in una simbolica sfida per la violazione dell’iPad 2, ma il ragazzo ha glissato chiedendo di poter abbassare i toni attorno al proprio nome per evitare ripercussioni nella querelle legale contro Sony. Nella medesima intervista si spiega che la sfida viene rifiutata da GeoHot anche in virtù della nuova occupazione presso Facebook: la notizia diviene pubblica ora nonostante l’assunzione sia stata formalizzata ormai da un mese circa.

Nessun dettaglio sulla natura, il ruolo e le modalità del lavoro di GeoHot presso l’azienda di Palo Alto. Nessuna conferma e nessun commento, inoltre, da parte di Facebook. L’operazione è insomma trapelata nonostante i tentativi di tener celata la collaborazione: un progetto da tener nascosto per motivi di opportunità, insomma, ma nato sulla base delle capacità del ragazzo e delle potenzialità del social network.

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