Un duplice errore ha portato Claudio Fiorentino, pregiudicato di Giovinazzo (BA), ad una sorta di ammissione volontaria della propria doppia violazione degli arresti domiciliari. Una doppia ammissione per molti versi ingenua, frutto del rapporto ormai naturale delle persone con i social network e che proprio tramite un social network ha preso forma.
Agosto 2010, Claudio Fiorentino compie 29 anni. Gli arresti domiciliari (arresto avvenuto per reato di estorsione) impediscono di incontrare gli amici, ma la convinzione è quella per cui una piccola trasgressione alla regola sarebbe potuta passare inosservata. Il compleanno viene così festeggiato con 15 amici, 5 dei quali pregiudicati e la cena passa effettivamente liscia senza che le forze dell’ordine possano notare alcunché attorno alla casa di periferia di Fiorentino.
I problemi vengono però a galla in seguito, quando lo stesso Fiorentino pubblica le foto della serata sul proprio profilo su Facebook. Una ammissione di fatto: un atto volontario, prove esplicite, il tutto consegnato direttamente alla rete ed agli attenti carabinieri di Molfetta che, notati gli scatti, non devono far altro che entrare in azione per far scattare nuovamente le manette ai polsi del pregiudicato.
La violazione, peraltro, va considerata duplice. Secondo una recente sentenza della Cassazione, infatti, salvo disposizioni specifiche chi è agli arresti domiciliari non dovrebbe comunicare con terzi in alcun modo, ivi incluso il mezzo elettronico. Nessun pizzino e nessun SMS, ma anche nessun aggiornamento di stato su Facebook: la sentenza 37151 esplicita come «l’uso di internet non può essere vietato tout court ove non si risolva in una comunicazione con terzi comunque attuata, ma abbia solamente funzione conoscitiva o di ricerca, senza entrare in contatto, tramite il web, con altre persone». Non si vieta la ricerca online o la consultazione di siti web, ma si vieta l’interazione e pertanto l’uso di una piattaforma tipicamente interattiva quale quella dei social network.
Per Claudio Fiorentino la violazione degli arresti domiciliari è pertanto cosa accertata e per il GIP di Bari non può che scattare una nuova misura restrittiva: si torna agli arresti domiciliari, senza Facebook e senza festini.