Fotografia smartphone: la sezione aurea e la regola dei terzi

Fotografia smartphone: la sezione aurea e la regola dei terzi
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gianpieroriva
Pubblicato il 23 mag 2013

Un post che tratta minuziosamente il dilemma sul fatto che il logo della Apple rispetti o meno rigorosamente la sezione aurea (che ti invito a scovare i rete), mi ha fatto nascere l’ispirazione per parlare di questo argomento riferendolo alla fotografia con lo smartphone. Infatti che tu stia fotografando con una reflex da migliaia di euro o con uno smartphone, le regole della composizione fotografica non cambiano.

Partiamo con l’osservare che nelle arti umane in genere (pittura, scultura, musica…), c’è un rapporto matematico che da sempre attira l’attenzione del fruitore: la sezione aurea o rapporto aureo.

Cos’è la sezione aurea? Da Wikipedia: la sezione aurea (o rapporto aureo, numero aureo, costante di Fidia o proporzione divina) nell’ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Lo stesso rapporto esiste anche tra la lunghezza minore e la loro differenza. Il rapporto di cui parlo vale approssimativamente 1,6180.

C’è chi sostiene che l’uomo “sente” la sezione aurea e per questo motivo predilige le opere progettate su di essa. Io non sono certo tra questi e anzi ho l’impressione che spesso si cerchi di spostare i riferimenti a piacimento (per esempio nei quadri o nelle sculture) per far tornare i conti e trovare il divino rapporto per forza anche laddove non c’è.

Magica o no, la sezione aurea trova applicazione anche nella composizione fotografica. Visto però che sarebbe impossibile rispettare con precisione in fase di composizione il rapporto aureo, in pratica si utilizza una sua approssimazione. Il surrogato di cui parlo è la regola dei terzi.

La regola consiste nel suddividere il quadro (che sia rettangolare o quadrato) in nove zone di eguale superficie: si divide idealmente ogni lato del quadro a un terzo e a due terzi della sua lunghezza tracciando quindi un reticolo. I punti di intersezione delle linee sono detti centri di interesse, nei quali è bene posizionare il soggetto principale; le linee di demarcazione del reticolo sono dette linee di forza, lungo le quali è utile posizionare gli altri soggetti o oggetti a complemento del soggetto principale.

Quindi mettere un soggetto al centro dell’inquadratura è sempre sbagliato? Assolutamente no. Dipende dai casi. Alle volte si catalizza l’attenzione dell’osservatore proprio posizionando il soggetto al centro del quadro cercando di ottenere una perfetta simmetria. Diciamo che, in generale, i soggetti posti nei centri di interesse contribuiscono a rendere più dinamica la foto.

Applicando la regola dei terzi sicuramente eviteremmo un classico errore commesso dai neofiti che inquadrando uno scenario pongono spesso la linea dell’orizzonte al centro della fotografia. Al contrario la linea dell’orizzonte andrebbe sempre posta in uno dei due terzi (inferiore o superiore) dell’inquadratura a seconda che ci interessi di più dare rilevanza al cielo o al terreno/mare.

Per questo motivo è importante, quando si scatta una foto con lo smartphone, utilizzare un’app che permetta di sovraimporre al soggetto la griglia di divisione in terzi.

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