Fortnite: bambini in rehab, Ninja contro genitori

Molti genitori americani portano i loro figli in rehab per disintossicarli da Fortnite, ma lo streamer Ninja li accusa di non essere buoni genitori.
Molti genitori americani portano i loro figli in rehab per disintossicarli da Fortnite, ma lo streamer Ninja li accusa di non essere buoni genitori.
Fortnite: bambini in rehab, Ninja contro genitori

Il fenomeno del momento Fortnite è senza dubbio uno dei titoli – se non il titolo – più giocati del momento, il battle royale per definizione. Come spesso accade, però, di fronte ad un successo clamoroso si deve fare anche i conti con i cosiddetti “effetti collaterali”, che nel caso del videogioco firmato Epic Games sono la

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Molti genitori, infatti, secondo un report di Bloomberg, stanno mandando i loro figli a corsi di disintossicazione da

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. Delle vere e proprie rehab dove vengono adottate terapie per curare la dipendenza dal battle royale. Questo perché spesso i genitori non hanno più il polso della situazione e i loro figli passano moltissime ore al giorno di fronte al videogioco, trascurando quindi altre attività come scuola, sport e anche il sonno, con conseguenze negative sul rendimento scolastico e anche sulla salute.

Trovandosi in difficoltà a gestire questa situazione, molti genitori americani si sono quindi rivolti a delle strutture specializzate, delle vere e proprie rehab, che promettono di “disintossicare” i loro figli. Non è per nulla d’accordo però Ninja, il più popolare streamer di Fortnite, il quale ha criticato con decisione i genitori, spiegando che – secondo lui – è solo colpa loro, e non di Forntnite, se non riescono ad impedire ai loro figli di passare troppo tempo di fronte ad un videogioco.

Come dicevano i latini, “est modus in rebus” dunque, anche per Fortnite, ma è ovvio che è compito dei genitori assicurarsi che i figli non trascorrano troppo tempo con i videogiochi trascurando altri aspetti – spesso più importanti – della vita. Va però considerato che esistono casi limite, che il solo genitore non ha le competenze pedagogiche per gestire. In queste situazioni mamma e papà devono per forza ricorrere a degli specialisti, come ad esempio psicologi o vere e proprie strutture specializzate.

 

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