A metà novembre,
Un successo per SI e per il loro nuovo meccanismo di protezione? Sì e no. Infatti la
Le ragioni di coloro che esprimevano dissenso sulla scelta dell’attivazione online non erano soltanto di carattere morale (l’essere considerati "colpevoli di pirateria" fino a prova contraria, dover fornire dati sul proprio hardware, avere un numero limitato di installazioni, ecc.) ma anche e soprattutto di ordine pratico: cosa succederebbe se centinaia di migliaia di acquirenti registrassero la propria copia del programma nello stesso momento? Ebbene, è successo che i server sono andati in tilt e moltissimi giocatori non hanno potuto utilizzare il programma per diverse ore, se non addirittura giorni.
Nel frattempo, nelle varie reti P2P cominciavano ad emergere crack più o meno funzionanti, ma anche voci di presunti bug intenzionalmente progettati dai creatori del gioco per rendere le versioni pirata inutilizzabili. Voci rivelatesi quasi del tutto infondate: l’unico bug "accertato" è di minore importanza e a tutt’oggi Sports Interactive non ne ha rivendicato la paternità. Tuttavia, questa diceria è andata dritta allo scopo, limitando moltissimo la diffusione di FM09 nei circuiti di file sharing.
La software house britannica ha già avuto in passato problemi piuttosto grossi con la pirateria informatica, tanto che lo sviluppo di un loro videogame,
Ma a che prezzo: migliaia di fan infuriati, richieste di rimborso, ore e ore di straordinari per i dipendenti della SI che cercavano di aiutare gli utenti ad attivare le loro licenze regolarmente acquistate. E, a conti fatti, ciò che realmente sta bloccando la diffusione del gioco nelle reti P2P non è un sofisticato meccanismo anticontraffazione, ma un semplice Internet rumor, una leggenda metropolitana. Nel 2008, nell’era della tecnologia e dell’informazione, l’unica arma che i detentori dei diritti d’autore hanno per difendere le proprie opere sembra essere quella di diffondere (o lasciar diffondere) notizie false.