È un bel guazzabuglio, quello in cui si sono trovati all’improvviso Apple, At&T e Google, e deriva direttamente dalla solita, scarsa trasparenza nella politica di approvazione su App Store e da quella sospetta accondiscendenza che caratterizza da sempre i rapporti tra Cupertino e il colosso delle telecomunicazioni USA. Secondo quanto si vocifera, su spinta di At&T Apple avrebbe infatti rimosso da App Store un’applicazione ufficiale di Google, VoiceCentral, senza uno straccio di giustificazione né di scuse.
E il danno sulla concorrenza sarebbe talmente evidente che la “Federal Communications Commission” (FCC) avrebbe aperto un’inchiesta a riguardo lo scorso sabato. E mentre qualcuno invoca il libero mercato, At&T alza le mani e nega ogni coinvolgimento.
La storia è presto detta. Google sviluppa un’applicazione per iPhone già presente su altre piattaforme e in altri mercati (per esempio, sui BlackBerry e i Windows Mobile che commercializza At&T stessa), la invia fiduciosa all’attenzione di Apple perché venga approvata, e invece viene bocciata senza possibilità d’appello. La trascrizione della conversazione telefonica tra uno degli sviluppatori coinvolti e Apple è surreale, per non dire da regime.
E ora che il guaio è fatto, la FCC si sta attivamente interessando alla questione, e non soltanto per VoiceCentral, ma anche per tutte quelle altre applicazioni con sorti analoghe. In particolare, la commissione istituita intende comprendere il ruolo di At&T in ognuno di questi casi:
Nelle lettere inviate questo venerdì alle tre società, la FCC ha chiesto perché Apple avrebbe rigettato l’applicazione di Google per iPhone e rimosso applicazioni di terze parti simili dal suo store. La lettera cerca altresì informazioni su come At&T è stata consultata nella decisione, se lo è stata.
Per ora, Apple e At&T si sono semplicemente trincerate dietro il “no comment” di rito, e da Google non è giunta alcun commento a riguardo. Ma la vera notizia, probabilmente, è un po’ più nascosta e riguarda l’evidente rottura tra Apple e Google, storicamente alleate e che ora cominciano a pestarsi i piedi a vicenda troppo spesso e in troppi segmenti di mercato.
Google Android, Chrome, per non parlare dell’ultimo arrivato Chrome OS, sono solo alcuni esempi che rendono inconciliabili le necessità delle due società. E mai come in questo momento, probabilmente, Eric Schmidt ha sentito la necessità di lasciare definitivamente quella contestata poltrona nel consiglio d’amministrazione di Cupertino.
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