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Megaupload e Megavideo sono stati spenti dall’FBI nelle scorse ore, in contemporanea all’arresto del fondatore Kim Dotcom (aka Kim Schmitz), il quale rischia ora una condanna fino a 20 anni di detenzione per associazione a delinquere finalizzata a estorsione, riciclaggio e violazione del diritto d’autore. La vicenda ha raccolto un’incredibile risposta dal Web e v’è già chi si è fatto avanti, come il gruppo hacker
Addio dunque a uno dei più grandi portali al mondo per la condivisione di file sul Web, da cui migliaia di utenti scaricavano fino a oggi film e software piratati. Secondo l’
L’arresto del fondatore di Megaupload e Megavideo e del suo collaboratore non sarebbe avvenuto per via del materiale caricato sui server (la cui responsabilità sarebbe invece degli utenti), ma per la creazione e la gestione di un modello di business che incoraggiava e premiava quegli utenti che caricavano
Il noto gruppo di hacker Anonymous si è immediatamente mobilitato all’apprendimento della notizia attaccando svariate entità prese di mira per vendicarsi di quanto avvenuto. Impressionante l’onda d’urto dimostrata: pochi minuti dopo la chiusura di Megaupload e Megavideo, il sito del Dipartimento di giustizia era già stato affondato, e nelle ore successive al grido di "Tango down" gli Anonymous hanno messo a segno una serie di attacchi DDoS, segnalati su Twitter con l’hashtag #OpMegaupload, finalizzati a
- Department of Justice (Justice.gov);
- Motion Picture Association of America (MPAA);
- Universal Music (UniversalMusic.com);
- Belgian Anti-Piracy Federation (Anti-piracy.be/nl/);
- Recording Industry Association of America (RIAA.org);
- Federal Bureau of Investigation (FBI.gov);
- HADOPI law site (HADOPI.fr);
- U.S. Copyright Office (Copyright.gov);
- Universal Music France (UniversalMusic.fr);
- Senator Christopher Dodd (ChrisDodd.com);
- Vivendi France (Vivendi.fr);
- The White House (Whitehouse.gov);
- BMI (BMI.com);
- Warner Music Group (WMG.com).
Non si sa cosa accadrà nelle prossime ore ma è presumibile una riorganizzazione dei contenuti presenti su Megaupload verso altri siti similari, dunque probabilmente tra qualche giorno nascerà una nuova realtà sul Web presso cui cercare il materiale desiderato. Nulla, però, è certo e comunque attualmente il dibattito si sposterà sull’incriminazione dei titolari del sito.