FAT, confermato il brevetto Microsoft

Dopo varie sentenze negative Microsoft vede confermata in via definitiva la titolarità dell'idea sul file system FAT. Ora Microsoft potrà far valere tale diritto su tutti coloro i quali sfruttano il FAT: macchine fotografiche digitali, penne USB e Linux
FAT, confermato il brevetto Microsoft
Dopo varie sentenze negative Microsoft vede confermata in via definitiva la titolarità dell'idea sul file system FAT. Ora Microsoft potrà far valere tale diritto su tutti coloro i quali sfruttano il FAT: macchine fotografiche digitali, penne USB e Linux

Il brevetto sul FAT (File Allocation Table) è di legittima titolarità Microsoft: ribaltate le ultime due sentenze, respinte le accuse provenienti dal mondo open source, ribadita nel merito la bontà del brevetto. Con questa decisione l’USPTO (U.S. Patent and Trademark Office, l’ufficio brevetti statunitense) sembra aver posto la sentenza definitiva sulla vicenda, ma le possibili conseguenze potrebbero andare ben al di là della semplice attribuzione del brevetto.

Il sistema FAT, infatti, pur essendo nato ai tempi delle prime evoluzioni informatiche di Microsoft (era il file system del DOS 2.0, anno 1982), è attualmente ancora largamente usato sia nell’informatica stessa che in sistemi quali memorie portatili, macchine fotografiche digitali o altri device. A causa della possibile minaccia costituita da tale brevetto, nel recente passato la comunità open source si è scagliata contro Microsoft tentando di negare l’originalità dell’idea (portando avanti le proprie tesi tramite il PUBPAT, Public Patent Foundation).

Il brevetto, riconosciuto ufficialmente a Microsoft nel 1996 e registrato presso l’USPTO al numero 5.579.517, diventa ora una vera e propria arma nelle mani di Bill Gates il quale deve solo decidere come usarla nei confronti del polo nemico: se tenere la spada di Damocle ben in vista, se portare gli utilizzatori del FAT in tribunale o se ancora chiudere un occhio e cercare eventualmente accordi favorevoli al proprio gruppo.

Il problema, in particolare, potrebbe insorgere nei meandri della stessa GPL (General Public License) più volte additata da Gates. Sottolinea infatti ZDNet: «secondo i dettami della GPL, Linux non può essere distribuito se contiene tecnologia brevettata che richieda il pagamento di royalty». Dalla parte del PUBPAT si grida allo scandalo ed al fatto che la sentenza sia figlia di un processo poco limpido: si ribadisce l’illegalità del brevetto e si conferma una posizione assolutamente ostile nei confronti della sentenza.

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