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Continua lo
La grande G dal canto suo non ha rilasciato dichiarazioni, conscia che il comportamento scorretto degli avversari si tradurrà in un ritorno negativo d’immagine per Facebook. Quest’ultima invece ha recentemente smentito categoricamente, cercando di salvare il salvabile.
Comunque sia, il danno ormai è fatto. Non è una novità che le aziende del mondo IT investano non soltanto per la propria promozione ma anche per screditare i rivali, ma è decisamente raro che vengano colte in flagrante.
I portavoce di Zuckerberg hanno ribadito che si tratta di voci infondate, sottolineando come il contratto con l’agenzia di PR abbia l’unico scopo di raccogliere dati in merito al misterioso servizio Google Social Circles, che potrebbe rappresentare in futuro un vero grattacapo per l’azienda californiana.
L’agenzia di pubbliche relazioni Burson-Marsteller ha invece ammesso di aver svolto un lavoro commissionatole da Facebook, senza scendere nei particolari, cercando di non restare coinvolta nello scandalo del proprio cliente. Di certo, la vicenda farà di nuovo discutere, almeno fino a quando non verrà fatta del tutto chiarezza su quanto accaduto.