Facebook incontrerà i repubblicani

Il caso trending topic non accenna a sgonfiarsi e Zuck annuncia che incontrerà i leader politici: anche Trump?
Facebook incontrerà i repubblicani
Il caso trending topic non accenna a sgonfiarsi e Zuck annuncia che incontrerà i leader politici: anche Trump?

«Non abbiamo trovato alcuna prova che quel rapporto sia vero». Lo ha detto a chiare lettere Mark Zuckerberg in un post pubblicato qualche ora fa. Un’altra risposta, oltre a quella ufficiale dell’azienda, alle polemiche sortite dopo che alcuni documenti trapelati dal quartier generale hanno raccontato di come Facebook manipolerebbe i trending topic evidenziati nella pagina delle notizie del social, privilegiando temi politici affini ed eventi che alzino la reputazione di grande hub informativo. Una ipotesi che ha suscitato grande clamore nella già infiammata campagna elettorale americana. Sarebbero i repubblicani, infatti, a pagare in termini di visibilità questo intervento umano.

L’ipotesi di dolo della neutralità algoritmica – ammesso che si possa usare questa definizione – del feed di Facebook solleva questioni delicatissime, non solo per la politica americana, che comunque ha preteso chiarimenti, ma anche per lo stesso valore economico del sito, quotato in Borsa. La reputazione di un social che vorrebbe rappresentare tutto quanto esiste e di cui si parla nel mondo risiede nella sua dimostrata capacità di non fare scelte di parte, affidando tutto a sistemi automatici che prendono in considerazione le attività degli utenti e i fenomeni reali per fare incontrare i primi coi secondi. Qui sta l’inghippo: quanto pesa l’impronta umana dello staff di Facebook per segnalare i grandi eventi e le conversazioni più significative?

Secondo la denuncia di un ex dipendente, lo staff riceve istruzioni dettagliate per affossare tematiche di scarso interesse, mettere in primo piano quelle di maggiore valore sociale, e addirittura i vertici dell’azienda di sarebbero spinti fino a censurare dei contenuti vicino ai conservatori, infischiandosene di quanto questo potrebbe penalizzare i repubblicani nella corsa alla Casa Bianca. Dietro questo atteggiamento ci sarebbe l’antipatia squisitamente politica di Zuck per il partito conservatore, soprattutto alla luce di alcuni disegni di legge che riguardano la riservatezza dei dati rispetto alla lotta al terrorismo e anche il fisco per le società della silicon valley.

Secondo Facebook, invece, il team umano lavora per il perfetto funzionamento di questi algoritmi, ma non ha il permesso di intervenire per escludere delle fonti. Si limitano a riscontrarle, categorizzarle e attribuire loro importanza. Lo precisa il fondatore, con un tono che ricorda da vicino quello usato all’ultima conferenza. Premessa ideologica seguita da una precisazione puntuta:

Per servire la nostra comunità così diversificata ci siamo impegnati a costruire una piattaforma per tutte le idee. Trending Topics è stata progettata per far emergere le conversazioni maggiormente degne di nota e popolari su Facebook. Abbiamo linee guida rigorose che non consentono la priorità di un punto di vista rispetto ad un altro o la soppressione di prospettive politiche.

Nel suo post, Zuck aggiunge una notizia che la dice lunga su quanto queste rivelazioni abbiano messo in allarme Menlo Park: incontrerà alcuni politici del partito repubblicano. Sembra proprio che le rassicurazioni sull’indagine ancora in corso a proposito del lavoro di questo team non bastino.

Nelle prossime settimane inviterò i leader conservatori e persone provenienti da tutto lo spettro politico per parlare con me di questo e condividere i loro punti di vista. Voglio avere un colloquio diretto su ciò che Facebook rappresenta e come possiamo essere sicuri che la nostra piattaforma rimanga il più aperta possibile. La ragione per cui mi interessa così tanto è che riguarda il centro di tutto Facebook, e tutto ciò che voglio che sia.

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Il Guardian svela le linee guida

Mentre Zuck cerca di mettere una toppa, un eccellente servizio del Guardian riporta integralmente le linee guida di Big F e dimostra come una piccola indiscrezione si stia trasformando nella battuta d’arresto più clamorosa della storia del social. Se infatti il testo standard per presentare lo strumento dei trending topic suggerisce che gran parte della sua raccolta di notizie è determinata dalle macchine, la lettura di tutta la documentazione dimostra invece che Facebook adotta un sistema quasi identico a quello di una comune redazione giornalistica; la montagna di notizie nella sua qualità più evidente sarebbe il frutto del lavoro di un piccolo team editoriale che si occupa delle cose che contano, “iniettando” storie nei trend come lacrime nella pioggia (per citare un famoso finale cinematografico). Qualcosa di profondamente umano in un flusso ininterrotto solo apparentemente composto della stessa materia.

Quel che stupisce leggendo la documentazione rivelata dal Guardian, è che Facebook ha impostato il filtro utilizzando poche fonti giornalistiche autorevoli (BBC News, CNN, Fox News, The Guardian, NBC News, The New York Times, USA Today, The Wall Street Journal, Washington Post, Yahoo News): se la metà di loro riporta una notizia, sale di grado. Poi ce ne sono altre mille ad arricchire il tutto. Le linee guida della società sono molto simili a una testata giornalistica tradizionale, ricordano ancora di più la guida di stile di un’agenzia, come la Associated Press, cioè un elenco di fonti e le istruzioni per determinare su fiducia la notiziabilità. Eppure, confermando l’intervento umano, chi ha analizzato queste linee guida ritiene eccessivo l’articolo di Gizmodo perché il mix di giudizio umano e algoritmo è tutto fuorché una novità e linee guida dimostrano che esiste una serie di controlli in atto per aiutare a mettere in superficie storie più importanti e popolari, indipendentemente da dove cadono sulla spettro ideologico.

Sarebbe tutto vero e indiscutibile, se non fosse che il post più condiviso della storia di Facebook è guarda caso una lettera contro Trump, politico preso di mira dallo stesso Zuckerberg in un suo discorso. Facebook deve prestare molta attenzione nel risolvere questo pasticcio: un conto è rappresentare un gigantesco e imparziale giornale dei giornali, un altro è essere percepito come un giornale con la sua parzialità.

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