Facebook spiega la sua lotta contro il terrorismo

Facebook ha fatto il punto della situazione sul suo continuo lavoro per arginare il fenomeno del terrorismo online all'interno della sua piattaforma.
Facebook spiega la sua lotta contro il terrorismo
Facebook ha fatto il punto della situazione sul suo continuo lavoro per arginare il fenomeno del terrorismo online all'interno della sua piattaforma.

Facebook, dopo aver provato a spiegare come gli inserzionisti gestiscono i dati degli utenti, prova ad illustrare i suoi sforzi per tenere il terrorismo fuori dal social network. Come noto, l’utilizzo dei social media da parte di gruppi vicini agli estremisti è sempre stato, negli ultimi mesi, fonte di grandi polemiche e preoccupazioni. Facebook evidenzia, infatti, come il terrorismo online sia diventato una nuova minaccia ed ha ribadito tutto il suo impegno per mettere al sicuro i suoi utenti.

Per il social network, il terrorismo è una “qualsiasi organizzazione non governativa che si impegna in atti di violenza premeditati contro persone o proprietà per intimidire una popolazione civile, un governo o un’organizzazione internazionale al fine di raggiungere un obiettivo politico, religioso o ideologico“. Facebook evidenzia anche come la loro politica antiterrorismo non si applica ai governi, anche se eventuali contenuti violenti sponsorizzati dagli Stati saranno rimossi dalla piattaforma in quanto in aperta violazione delle policy del social network.

Tuttavia, la società di Mark Zuckerberg afferma come non bastino delle rigide regole per arginare i fenomeno del terrorismo online in quanto è necessario sfruttare tecnologie realizzate ad hoc che sappiano riconoscere ed eliminare questi contenuti.

Proprio per questo, Facebook ha deciso di condividere tutti i suoi progressi in materia di prevenzione. Nel primo trimestre del 2018 la società ha preso provvedimenti su oltre 1,9 milioni di contenuti collegati all’ISIS e ad al-Qaeda, circa il doppio rispetto al trimestre precedente. Nello specifico sono stati rimossi contenuti, Pagine, Gruppi ed account.

Il 99% di questi contenuti è stato individuato grazie agli strumenti che Facebook ha implementato, senza dimenticare anche l’immenso lavoro svolto dai revisori umani. Il contenuto caricato su Facebook tende ad avere meno attenzione più a lungo rimane all’interno della piattaforma. Ecco perché Facebook ha lavorato per fare in modo di rilevare il materiale incriminato non appena viene caricato. Nel primo trimestre del 2018 il tempo di reazione è stato meno di un minuto.

Facebook, comunque, non lavora solamente per eliminare i nuovi contenuti illegali ma anche tutto il vecchio materiale che potrebbe essere presente all’interno della piattaforma. Questo è possibile grazie all’utilizzo di specifici strumenti creati ad hoc.

Il social network sa benissimo che questi sforzi non basteranno per fermare del tutto il fenomeno del terrorismo online e proprio per questo continuerà a migliorare i suoi sistemi per fronteggiare nel migliore dei modi queste minacce.

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