Facebook segnalerà i minori scomparsi negli USA. E In Italia?

Facebook segnalerà i minori scomparsi negli USA. E In Italia?

Il tempo è il nemico principale quando si tratta di salvare le persone scomparse. E cosa copre più velocemente il mondo, oggi, senza sosta e velocemente? Il social network.

Da questa intuizione nasce un progetto molto interessante tra Facebook e l’AMBER (America’s Missing Broadcast Emergency Response), che hanno presentato ieri una funzionalità che permetterà, forse, di salvare più vite umane.

Negli Stati Uniti il problema delle scomparse e dei rapimenti dei minori è molto sentito, tanto che il progetto, intitolato a Amber Hagerman e alla sua terribile vicenda, è stato presentato direttamente a Washington.

L’idea è semplice: una pagina di Facebook collega alle singole pagine di ciascuno dei 50 stati della nazione. Gli utenti potranno iscriversi per ricevere gli avvisi pertinenti alla loro zona geografica, le notifiche appariranno sul feed di notizie man mano che verranno pubblicati degli allarmi. Ovviamente tutto può essere condiviso con gli amici.

Prima della creazione di questa pagina che centralizza e coordina questi allarmi, molti dipartimenti di polizia utilizzavano già Facebook per lanciare gli avvisi, in particolare nei casi di sottrazione di minore.

Un esempio: il mese scorso in Virginia è stata ritrovata la dodicenne Mae Smith, rapita dal padre sospettato di aver ucciso l’ex moglie. L’allarme su Facebook ha permesso di ritrovare i due a San Francisco in pochi giorni.

Grazie al social network si superano i confini geografici, inoltre questa funzione non rischia di essere confusa con la spam, perché le notifiche sono opt-in, cioè incoraggiano i cittadini che siano realmente intenzionati a dare una mano. Questi allarmi hanno permesso di salvare 525 bambini fino a oggi, con il 98,5% dei casi risolti.

È impossibile non pensare a quanto potrebbe essere utile anche in Italia, pensiamo al caso di Yara Gambirasio e alle tante persone scomparse nel nostro paese.

Perché se è vero che sui social network questi casi di cronaca trovano subito un’enorme risonanza, questo tipo di “sfruttamento coordinato” del sito sembra mancare a favore di un certo caos.

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