Ricevere un messaggio via Facebook e sapere con certezza che i contenuti sono in realtà inequivocabilmente destinati ad altrui persona. La cosa sarebbe successa ad un non meglio precisato numero di utenti durante gli ultimi giorni e tutto ciò a causa di un semplice problema tecnico che però pone a rischio i contenuti e la privacy degli utenti coinvolti.
Le segnalazioni delle prime vittime hanno immediatamente allertato l’azienda, la quale è subito intervenuta per porre fine al problema e ripristinare la situazione. La frittata era però ormai fatta, ed è divenuta di pubblica notorietà nel momento in cui ad essere
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è stato il redattore del Wall Street Journal Zach Seward. Seward si è infatti trovato nella casella della posta di Facebook tutta una serie di
messaggi privati di varia natura, provenienti da persone sconosciute e dai contenuti più improbabili. Altri utenti hanno avuto medesimo trattamento e qualcuno si sarebbe anche divertito a portare in pubblicazione i messaggi più strampalati.
A Seward ed altri l’account su Facebook è stato infine temporaneamente sospeso, così da poter rimettere in sesto il sistema. La spiegazione giunge infine da Facebook: «Durante una regolare manutenzione del codice di ieri sera, un bug ha causato alcuni errati routing per un piccolo numero di utenti e per un limitato periodo di tempo. I nostri ingegneri hanno diagnosticato il problema pochi momenti dopo che si è presentato e stanno lavorando per ripristinare la situazione. Mentre risolvono il problema, gli utenti coinvolti non potranno accedere al sito».
Secondo alcune
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esterne al gruppo, il problema sembra coinvolgere in modo particolare i primissimi iscritti, coloro i quali hanno assaggiato le qualità del social network prima che diventasse il fenomeno che oggi ha la community più estesa della Rete.
Per Facebook è questo un problema che va ben oltre il limitato caso specifico. Per il social network, infatti, la fiducia degli utenti e la protezione dei loro dati è qualcosa di centrale, qualcosa su cui costruire l’immagine e l’affidabilità di un servizio tanto delicato. Nei giorni scorsi, inoltre, emergevano velleità di investimento da parte di Facebook per
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una casella di posta elettronica (tipo webmail) basata proprio sui contatti degli utenti, una sorta di anti-Gmail che prende piede a partire dal network in possesso. Se Facebook vorrà proseguire su questa strada dovrà sapere offrire una sicurezza nuova ed ulteriore, limitando del tutto problemi come quello avvenuto nelle ultime ore e conquistando quindi la fiducia di quanti utilizzano la posta per motivi professionali, oppure estremamente privati, ed in entrambi i casi per funzioni di sicura rilevanza personale.
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