
Il commissario per la sicurezza elettronica australiano Julie Inman Grant ha dichiarato che le vittime del "revenge porn" potrebbero essere in grado di intervenire prima che le foto siano inviate a Facebook,
Una volta che l’immagine viene inviata tramite Messenger a se stessi, Facebook andrà a creare una sorta di impronta digitale che sarà utilizzata come "modello" per bloccare tutte le immagini che dovessero presentare la medesima impronta digitale. Facebook non conserverà in alcun modo le immagini che l’utente invierà a se stesso ma salverà solamente la loro impronta digitale. Nessun problema, dunque, sul fronte della privacy.
Sarà compito dell’intelligenza artificiale del social network individuare le immagini sospette basandosi su queste impronte digitali per bloccarle prima che possano essere condivise all’interno della piattaforma.
Al momento, comunque, trattasi solamente di un test che dovrebbe poi essere esteso anche ad altri paesi. Tra le tante cose che si dovranno verificare, anche l’affidabilità dell’utilizzo di queste impronte digitali. Alterare una foto affinché non possa essere riconosciuta dai sistemi automatici non è difficile e quindi Facebook vuole testare minuziosamente il suo sistema di riconoscimento.
Questa iniziativa contro il "revenge porn" fa parte del piano contro questo fenomeno lanciato lo scorso