Facebook nega il terzo sesso

Un deputato ha chiesto a Facebook di inserire un'opzione per chi non si considera né maschio né femmina: non avendo ricevuto risposta, ha disattivato l'account.
Facebook nega il terzo sesso
Un deputato ha chiesto a Facebook di inserire un'opzione per chi non si considera né maschio né femmina: non avendo ricevuto risposta, ha disattivato l'account.

Quando Sunil Babu Pant, deputato di primo piano e attivista per i diritti civili degli omosessuali in Nepal, aveva scritto personalmente a Mark Zuckerberg perché su Facebook si interessasse della questione del “terzo sesso“, cioè di coloro che non intendono essere circoscritti nella definizione univoca di maschio o femmina, forse non poteva pretendere una risposta immediata, ma certamente non poteva immaginare così poca attenzione. Così per protesta ha disattivato il suo account.

L’inserimento di nuove opzioni nei generi sessuali previsti dal social network più popolato al mondo è una battaglia che viene da lontano: la rete è sempre stata molto sensibile sull’argomento complesso dell’asessualità e delle sfumature della sessualità contemporanea, la cosiddetta “intersessualità”. Una complicazione, certamente, per un social network che ha dimostrato peraltro di avere una politica tutta sua per quanto riguarda il controllo dei contenuti potenzialmente delicati o offensivi, tra i quali spesso sono confuse anche le prese di posizione sui diritti degli omosessuali o sulla sessualità in genere.

Così Facebook, probabilmente senza accorgersene, ha mietuto un’altra vittima innocente, che ha disattivato il suo account in un’inedita forma di sciopero sul canale sociale potenzialmente molto dannosa per l’immagine di Big F. La notizia ha fatto il giro della blogosfera, anche perché le iniziali controversie su questo tema avevano visto una parziale apertura di Menlo Park, che aveva sottolineato le due opzioni “unione civile” e “relazione domestica” che permettevano di fatto l’ingresso alle unioni gay. Attraverso la sua associazione, il deputato nepalese ha denunciato la scarsa attenzione al tema:

“Il 22 marzo ho scritto una lettera aperta a uno dei più potenti uomini d’affari che il mondo abbia mai conosciuto, Mark Zuckerberg, co-fondatore e CEO di Facebook. La mia richiesta era semplice: permettere alle persone che non si identificano come maschio o femmina pari opportunità di esprimersi con l’aggiunta di un’opzione “altro” nella definizione di genere sui profili. Non ho ricevuto alcuna risposta, il che è davvero deludente. Sul blog del sito, dopo le sollecitazioni dei giornalisti, hanno scritto che le persone possono già scegliere di mostrare il loro sesso sul loro profilo, dimostrando così di non avere a cuore il rispetto della diversità umana e ancora costringendo il terzo sesso e le varianti sessuali a essere invisibili. Questo è scandaloso e inaccettabile. Fino a quando Facebook non cambierà la sua posizione disattivo il mio account, e se non arriverà una risposta lo lascerò per sempre.”

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