Cosa sono i dati personali, come vengono condivisi? Per quale ragione è importante avere consapevolezza e come proteggersi? Per rispondere a queste domande da oggi è online il progetto “Vivere in un mondo connesso”, un sito informativo promosso da Facebook, separato dal social network, dedicato alla tutela dei dati personali su Internet e nella vita di tutti i giorni. I contenuti, disegnati in modo da risultare facilmente comprensibili per tutti, sono stati elaborati tenendo conto delle indicazioni del Garante per la privacy e ha uno strumento di autovalutazione.
Il sito
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fa parte di un
progetto sviluppato su scala europea, sullo stile della Cookie Law, tanto che proprio oggi il sito viene lanciato anche in Francia. Il progetto è stato sviluppato anche in Germania e Austria, con riferimenti e collegamenti ai siti delle Autorità di protezione dati locali. Ë in sostanza la
interfaccia privata degli obblighi nazionali di queste realtà nei confronti dei garanti della protezione dei dati personali. Il sito semplifica – per quanto sia possibile: il sito è composto di una pagina generale, tre sezioni e una trentina di paragrafi in totale – la questione della conoscenza dell’utente della produzione di dati su queste piattaforme, cosa comporta, dove trovarle, a quali regole sottostanno e soprattutto quali sono i diritti che consentono di chiederne il trattamento.
Consapevolezza, controllo, protezione
La sezione
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fornisce indicazioni agli utenti sul tipo di dati che generalmente rilasciano nell’ambito delle loro attività quotidiane, come navigare online, effettuare il check-in in un albergo o un acquisto con carta di credito, o sottoscrivere una carta fedeltà in un negozio.
Se il primo passo è quello di essere consapevoli dei dati personali condivisi attraverso le proprie attività quotidiane, il secondo è certamente quello di conoscere gli strumenti per decidere quali dati condividere, quando, e con chi. È l’obiettivo della sezione
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che si concentra in particolare sui vari strumenti a disposizione dell’utente e del consumatore per esercitare un maggiore controllo sui propri dati e scoprire perché così tante aziende chiedono di poterli utilizzare.
La sezione
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è rivolta a tutte le persone che desiderano avere ulteriori informazioni o hanno bisogno di chiedere
aiuto per tutelare la loro privacy. La prima parte offre quindi un contributo estremamente dettagliato, sviluppato in collaborazione con il Garante per la protezione dei dati personali. È la parte più lunga e complessa, piuttosto burocratica, che però contiene il
quiz, che può essere utile, soprattutto come gioco in famiglia tra genitori e figli.
Al termine del quiz infatti si può scoprire il proprio profilo e condividerlo su Facebook. A seconda delle risposte si può essere identificati come attenti, cioè come chi sa come mantenere il controllo delle informazioni che condivide quando naviga in Internet, istintivi, che invece è il profilo di chi si fa travolgere dall’euforia del condividere online senza prestare molta attenzione ai propri dati, inconsapevole sarà l’utente completamente all’oscuro del fatto che quando naviga condivide i propri dati personali ed è necessario che faccia più attenzione.
L’autovalutazione
Lo strumento di autovalutazione (
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) in materia di privacy online è stato realizzato dall’Unione Nazionale Consumatori in collaborazione con Facebook per valutare le proprie competenze su questi temi e di approfondirle attraverso le risorse messe a disposizione sul sito. La cosa migliore è saltare direttamente al quiz, così da avere un’idea più precisa delle proprie lacune e colmarle senza dover leggere tutto il sito dall’inizio alla fine.
Laura Bononcini, Responsabile delle Relazioni Istituzionali di Facebook Italia, ha così commentato questo progetto:
La tutela della privacy e della sicurezza sono certamente una assoluta priorità per Facebook in Italia e nel mondo. Altra caratteristica rilevante di “Vivere in un mondo connesso” è quella di andare ben oltre la nostra piattaforma, fornendo informazioni e strumenti che rendano i consumatori italiani consapevoli dei dati che condividono nell’ambito delle loro attività quotidiane online e offline, capendo come controllarle e come proteggere la propria privacy.
Il paradosso dei dati
Inutile girarci attorno: Mondo Connesso è un buon sito, ma non fa che linkare in modo aggregato due fonti, private e pubbliche, cioè le FAQ e la
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di Facebook e tutte le informative del Garante, a volte riprendendole pari pari, come nel caso dei
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Un esercizio interessante, che però non cambia i due problemi principali attorno ai dati personali: la scarsa attenzione degli utenti ai contratti stipulati quando si aderisce a un social e in generale quando si naviga, e la difficile convivenza di questi dati coi gravi problemi di sorveglianza globale.
Se visto con la lente della sentenza sul
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e considerando anche i limiti della legge europea sulla
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, si capisce bene come la partita si gioca su altri campi e ad altri livelli. Tanto che oggi
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ha annunciato che Microsoft è disposta ad installare in futuro dei data center nel vecchio continente. Possibile risposta alle opinioni pubbliche più attente, ad esempio la Germania, al tema della salvaguardia dei dati raccolti nei server americani.
Informati o meno, i cittadini – magari dei 15enni – non possono essere obbligati a leggere migliaia di parole e conoscere una dozzina di risorse e indirizzi per sopravvivere ai big data, e in fondo a loro stessi: c’è ancora molto lavoro da fare a livello politico perché lo shopping, il bankig, l’attività online sui motori di ricerca, sulle applicazioni, nei social network, sul desktop e sui dispositivi mobili, rientrino in una normativa armonica che incoraggi questa industria, importantissima, senza ledere l’identità e la dignità delle persone. Un equilibrio difficile, forse impossibile. Intanto con Mondo Connesso è possibile scoprire quanto se ne sa.
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