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L’
Facebook: cresce l’incidenza dell’AI sui filtri
Per farsi un’idea, nei tre mesi precedenti, la percentuale era del 94%, mentre alla fine del 2019 il dato registrato era dell’80,5%. Il divario diventa impressionante se confrontato con il dato relativo al 2017, ovvero il 24%. Quanto ad altri argomenti sensibili, tra cui bullismo e molestie a sfondo sessuale, il filtro dell’Intelligenza Artificiale è passato da una percentuale del 26% del terzo trimestre del 2020 al 49% del quarto trimestre, mentre su Instagram dal 55% all’80%. L’Intelligenza Artificiale utilizzata da Facebook per filtrare i contenuti di incitamento all’odio si è talmente affinata da riconoscere moltissimi più contenuti anche in spagnolo ed arabo. Basti pensare, che i contenuti rimossi sono passati a 26,9 milioni di euro contro i 22,1 del terzo trimestre del 2020.
Guy Rosen, VP of Integrity di Facebook, ha commentato così i dati del report: "Stiamo lentamente proseguendo nel reintegrare la nostra forza lavoro addetta alla revisione dei contenuti a livello globale, anche se prevediamo che quest’area sarà influenzata dal Covid-19 fino a quando un vaccino non sarà ampiamente disponibile. A causa della limitata capacità, diamo priorità ai contenuti più dannosi, come i contenuti di suicidio e autolesionismo, che vengono esaminati dai nostri team". I dati del quarto trimestre del 2020 è stato da questo punto di vista positivo, ma per il 2021 l’azienda "intende condividere ulteriori metriche su Instagram e aggiungere nuove categorie di policy su Facebook" e, sottolinea, proseguirà "a ottimizzare le tecnologie e gli sforzi per tenere i contenuti dannosi fuori dalle app".