Sale la febbre a Wall Street, come non si vedeva dagli anni della new economy, e se all’epoca protagoniste furono le information tecnology, stavolta sono i social network. La prossima quotazione di LinkedIn e la follia esplosa dopo le quotazioni virtuali di Facebook, ha letteralmente fatto impazzire la Borsa americana. Tanto che qualcuno è pronto a scommettere che Big F potrebbe quotarsi già questa primavera.
Dopo la notizia dell’investimento di
Il problema, sollevato dal
La creatura di Zuckerberg è invece sempre stata piccola, in mano a poche persone, e si è scatenata la vendita sottobanco di azioni da parte dei dipendenti e i pochi azionisti per speculare sulla crescita della società.
La Goldman ha aperto una corsa senza precedenti, con le domande tre volte superiori all’offerta, spaventando gli osservatori. Bisogna ricordare che l’istituto finanziario americano ha stipulato un accordo privato per consentire alla sua clientela di investire fino a 1,5 miliardi di dollari: fatti i conti, una valutazione implicita del social network pari a 50 miliardi di dollari.
È davvero tanto solida la società di Mark Zuckerberg? Con un volume di scambi del genere, ormai sono tutti convinti che Facebook sarà praticamente costretta a quotarsi entro pochi mesi, al massimo alla fine dell’anno, ma resta una società che fattura un miliardo, forse due miliardi nel 2011, e nel dicembre 2010 ha toccato i 650 milioni di visitatori unici. Numeri eccezionali, ma non ancora al livello di Google, Apple, Microsoft.
La corsa, però, potrebbe solo essere agli inizi, tutto il Web 2.0 è la nuova ossessione dei mercati: anche