Al secondo giorno, è crollato. Il titolo di Facebook nel listino NASDAQ, che aveva sostanzialmente tenuto al suo
I dati di queste ultime ore sono chiari: a meno di sorprese clamorose, il titolo FB perderà in giornata odierna circa 4,5 dollari di valore e sta trascinando giù persino gli altri titoli tecnologici, come LinkedIn (-2,41%), Yelp (-5,31%). Una pessima notizia, tanto che su Forbes, l’autorevole testata finanziaria, è già caccia al colpevole.
Il primo indiziato, ovviamente, è il genietto di Harvard, Mark Zuckerberg, che i ben informati affermano di non esser mai stato molto convinto del lancio in Borsa. Un’operazione decisamente spregiudicata, che ha fondamentalmente premiato gli investitori storici del sito e quelli a lungo termine.
Difetto, quello delle Ipo di società come
Il risultato è che nel mercato grigio le azioni sono state trattate a 45 dollari e oggi valgono dieci dollari di meno, ma a pagare sono soprattutto gli investitori che credevano di lucrare sul rialzo dopo il lancio di venerdì. Mentre il sistema premia chi ha collocato azioni convertite e ha incassato, fa gli interessi prima di tutto della società e dei suoi proprietari che per primi hanno creduto nella stessa.
Così, la morale di questo lunedì nero di Facebook in Borsa è presto detta: Facebook è un sito per molti versi eccezionale, dove ci sono amicizie superiori di venti volte la popolazione mondiale, 300 milioni di foto, tre miliardi di commenti al giorno, più di 900 milioni di utenti attivi, e poco meno di mezzo miliardo di utenti sullo smarphone. Ma fattura molto meno di Google, molto meno di tanti altri. E per gli investitori comuni, la domanda più semplice è anche quella a cui l’azienda di Zuckerberg non sa rispondere: "Facebook, come li fai i soldi"?