/https://www.webnews.it/app/uploads/2009/12/news_ae3bb4fc969d3099.jpg)
A distanza di alcuni mesi dalla
«Questo non è un accordo che prevede la possibilità per i promotori della class action di ricevere un risarcimento. Come stabilito nell’accordo, Facebook porrà fine al programma Beacon. Inoltre, Facebook metterà a disposizione 9,5 milioni di dollari per fondare una fondazione non-profit indipendente chiamata a identificare e verificare i progetti e le iniziative che promuovono la causa della privacy online e della sicurezza» si
Al fine di evitare fraintendimenti o ulteriori incomprensioni, è stato approntato online un sito web apposito per informare gli utenti e fornire aggiornamenti sui termini dell’accordo legale raggiunto per porre fine alla class action. Lo spazio online
Beacon sfruttava le informazioni fornite dagli utenti e le loro attività sul social network per proporre annunci pubblicitari estremamente mirati. Il sistema offriva a ogni utente la possibilità di esprimere i propri gusti legati ai prodotti sponsorizzati, coinvolgendo gli altri utenti iscritti al proprio profilo. Una soluzione per l’advertising promettente, ma invasiva e sostanzialmente inadeguata per preservare la riservatezza degli iscritti al social network, a tal punto da destare lo scetticismo di numerose associazioni per la tutela della privacy. Dubbi e riserve successivamente sfociati in una class action che, senza un accordo, avrebbe potuto minare la credibilità di Facebook con pesanti conseguenze per la crescita del social network.
Nonostante il patto stipulato con i promotori della causa legale, i responsabili di Facebook non hanno rinunciato a riaffermare la bontà del loro progetto iniziale, come emerge chiaramente dalla documentazione da poco pubblicata online: «Facebook non ritiene di aver fatto qualcosa di sbagliato. Facebook nega tutte le responsabilità per le accuse mosse dalla causa legale».
I membri della class action che non hanno accettato l’accordo con il social network avranno la