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La class action contro Facebook per le storie sponsorizzate potrebbe essere vicina a una chiusura, con un indennizzo per gli utenti e uno strumento per evitare in futuro incidenti simili. L’accordo preliminare (
La vicenda è nota: alcuni mesi fa, alcuni utenti si sono ritrovati citati dentro le storie sponsorizzate, una forma abbastanza controversa di pubblicità online che si basa sul concetto per cui il miglior testimonial di un dato prodotto è il like di un tuo amico sul social. Una forma di marketing già aggressiva, ma limitata alla colonna destra del sito. Fino a quando, senza una buona spiegazione, queste storie hanno cominciato ad apparire anche nel feed delle Notizie, nella parte centrale. Un po’ come i tweet sponsorizzati, direttamente nel flusso.
La ragione è che Facebook aveva permesso all’inserzionista (e qui sta l’inghippo, perché nella sezione del
Facebook, con questo accordo, ammette nella sostanza di non aver ideato un meccanismo di out-opt, un’opzione che permettesse all’utente di conoscere l’uso di terze parti del suo like a un prodotto presente sul social. E pagando una piccola somma all’utente ne riconosce il danno arrecato: essere stati trasformati loro malgrado in veicoli pubblicitari, come nel caso clamoroso dell’americano che si ritrovò a pubblicizzare una mega offerta da 200 litri di lubrificante sessuale il giorno di San Valentino, quasi rischiando il divorzio.
Ci vorranno tuttavia ancora sei mesi prima che l’accordo diventi operativo. Nel frattempo, c’è chi dubita fortemente che l’